Covid in Veneto nel primo sabato di chiusure: +3.570 + 3.570 nuovi contagi e ci si avvicina a quota 100mila.
Sono 3.570 i nuovi contagi Covid registrati nelle ultime 24 ore in Veneto.
Un dato che porta il totale degli infetti da inizio epidemia (compresi guariti e vittime) a sfiorare quota 100.000 (oggi sono 98.084).
Sono i dati ufficiali della Regione del Veneto di sabato 14 novembre.
Molto pesante, ancora, il report dei morti, con 52 vittime in più rispetto al giorno prima ieri-
Il dato complessivo globale dei morti in Veneto
viene così aggiornato a 2.816.
I positivi attuali salgono oggi a 59.705 (+ 2.497).
Prosegue parallelamente nella nostra regione la crescita dei ricoveri negli ospedali: sono 1.976 (+29) i malati in area medica, e 241 (+14) i pazienti in area di terapia intensiva.
I dati del Covid, che rimangono sempre “importanti”, ma soprattutto la nuova ordinanza del presidente Zaia, avrebbero fatto sperare in una maggior moderazione nelle persone. Aspettativa che viene oggi delusa. A Padova, ad esempio, le piazze non si svuotano nemmeno con questo mini-lockdown: molta gente in giro per il centro.
E’ così il primo sabato di mini-lockdown in Veneto,
con le strette alle passeggiate nei centri storici che non ha portato grandi cambiamenti a Padova.
Meno gente rispetto ad un normale sabato di shopping, ma piazze del centro ancora affollate, pur in un contesto di ordine e rispetto delle regole anti-assembramento.
Questo soprattutto nei mercati all’aperto ai due lati di Palazzo della Ragione, piazza delle Erbe e piazza della Frutta, dove per tempo il Comune ha organizzato corridoi transennati per entrata e uscita, controlli agli ingressi con volontari della Protezione Civile e punti di igienizzazione.
Nutrita la presenza di vigili urbani e agenti di polizia, ma l’impressione è che le indicazioni della nuova ordinanza regionale
– entrata in vigore dalla mezzanotte, che ha permesso al Veneto di restare in fascia gialla – non siano state ancora comprese dai cittadini.
Gli unici a poter circolare nelle piazze senza incorrere in violazioni del provvedimento, infatti, dovrebbero essere i residenti del centro storico e i turisti che alloggiano negli alberghi.
(foto da archivio)