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Covid, focolaio tra le suore, elementare chiusa

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Malvagio, il Covid non risparmia nessuno, a modo suo è un dittatore democratico (come i demiurghi che si aspettano solo sudditanza), perché le vittime siamo tutti noi.
Belli e brutti, buoni e cattivi, giovani e vecchi.
E così, vagando e impavido è entrato anche nella Scuola materna di Cona, provocando un focolaio tra le suore che lo amministrano, costringendo a chiudere il portone del servizio e insinuando giustificate preoccupazione tra i genitori dei bambini, gli abitanti e fra le stesse religiose.

A Cona, piccolo comune in provincia di Venezia, la San Giovanni Bosco ha chiuso i cancelli dopo che quattro religiose e un bambino sono risultati positivi. Eppure Cona con l’88% dei vaccinati solleva non poche preoccupazioni perché come ha affermato il sindaco Alessandro Aggio, è anche il secondo per incidenza di positivi, che sono il 46% ogni diecimila. Un dato inquietante che solleva molti interrogativi che non si esauriscono con il contagio delle suore e che ora sono alla ricerca di occasioni di raggruppamenti che potrebbero aver alimentato i contagi.

Bisogna capire se la tendenza si consoliderà. Per ora, Stra, Fiesso d’Artico, Fossò e Dolo sono i comuni che hanno in percentuale meno vaccinati (insieme a Vigonovo e Santa Maria di Sala).

Questo spiacevole fatto arriva proprio mentre galoppano, a ragion veduta, le inoculazioni delle terze dosi di rinforzo, che nel Veneziano si aggirano intorno alle 45mila.
I dirigenti dell’Usl 3 si dicono soddisfatti dell’adesione spontanea dei cittadini a questa ulteriore prova di responsabilità e invita tutti ad aderire a questa profilassi, proprio per prevenire situazioni di contagio quali quelle avvenute nella scuola materna di Cona.

Dai primi di ottobre e con gradualità, dopo una iniziale prudenza rispetto la scelta di vaccinarsi per la terza volta (ai primi di Novembre, i richiami di rinforzo somministrati erano solo 22.091), c’è stata una scarsa adesione, solo il 34% degli aventi diritto ha acconsentito all’iniezione booster, tra le persone di sessanta, settanta e ottant’anni.

Poi c’è stato uno scatto in avanti e ora si può asserire che sono state vaccinate 36.264 persone. Un buon risultato che tuttavia induce l’Usl 3 a insistere con raccomandazioni e sollecitazioni rivolte in particolar modo a pazienti con fragilità particolari, fra questi i diabetici, che se esposti al contagio, come ha spiegato il dottor. Carlo De Riva, direttore dell’Unità operativa di Malattie Endocrine dell’Ospedale all’Angelo, nella giornata rivolta alla prevenzione del diabete, rischierebbero molto e le statistiche purtroppo lo confermano, con una percentuale di decessi di oltre il 30% di pazienti affetti da diabete mellito.

La prevenzione quindi sembra essere l’unica strada possibile per allontanare la pandemia, anche alla luce di nuove e sconosciute forme di contagio all’attenzione della comunità scientifica che ne sta monitorando cause ed effetti.

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