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Costa Concordia, oltre a Schettino altri otto indagati

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Nell’inchiesta sul naufragio della nave Costa Concordia spuntano sette nuovi nomi nel registro degli indagati, quattro ufficiali di bordo e tre responsabili dell'unità  di crisi della nave.
La procura di Grossetto ha fatto notificare oggi i nuovi avvisi di garanzia in quanto ritiene che queste sette persone siano corresponsabili del naufragio, assieme al comandante Francesco Schettino e al suo vice in plancia di comando Ciro Ambrosio, per aver contribuito all'errata manovra di avvicinamento all’Isola del Giglio e (per il personale di terra) per le carenze nell'intera gestione dell'emergenza. Per carenze gli inquirenti non intendono solo l’allarme lanciato tardivamente, ma tutti i momenti che hanno seguito l’avaria della Costa, dall’evacuazione ai soccorsi.
Questi sette nuovi nomi emergono da un lungo confronto tra i magistrati inquirenti sulle testimonianze raccolte, le loro azioni possono esser state decisive nel naufragio che il 13 gennaio scorso ha causato 17 morti e 15 dispersi.
Ai sette nuovi iscritti è contestato, a vario il titolo, il concorso nei reati di omicidio plurimo colposo e naufragio, più l'omessa comunicazione dell'incidente alla capitaneria di porto. Per ogni nuovo indagato, una precisa responsabilità . Il comandante in seconda Roberto non era in plancia durante lo scontro con gli scogli, per la procura vi si recò pochi minuti dopo e affiancò Schettino per tutte le fasi successive. Altri due ufficiali avrebbero assecondato le manovre di Schettino fino alla rotta calcolata male, sia in ordine alla distanza dagli scogli, sia per la velocità  tenuta dalla nave. Un altro ufficiale, sempre secondo la procura, avrebbe tenuto le prime comunicazioni con la capitaneria di porto, lo stesso che avrebbe dichiarato “c'é un black out”, senza dire nulla delle gravi avarie.
Per i tre indagati che erano a terra tutte le comunicazioni fra loro e l'equipaggio a bordo sono al vaglio degli inquirenti, per i modi con cui venne gestita l'emergenza e per fare chiarezza su come l'unità  di crisi della Costa acquisì le informazioni e i dettagli su cosa effettivamente stava accadendo a bordo.

[23 febbraio 2012]
Gianni Dall'Aglio
redazione@lavocedivenezia.it

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