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Con green pass e senza: cosa si può fare col nuovo Dpcm

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Senza green pass cosa si può fare? Il ‘pass semplice’ a cosa serve? Ci sono controlli?
Senza green pass si potrà andare agli ipermercati per fare la spesa ma non sarà consentito acquistare beni non primari. O si potrà andare in questura, ma solo per presentare una denuncia e non per rinnovare il passaporto.

Questo il risultato della situazione attuale che vede 5 Regioni che hanno già dati da zona arancione – Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Sicilia e Lazio – e altre due (Liguria e Marche) e la provincia di Trento ad un solo punto percentuale dal superamento della soglia critica nelle terapie intensive e nei reparti ordinari.

Il governo chiude così il Dpcm con l’elenco dei servizi e delle attività essenziali per accedere alle quali non servirà il certificato verde introducendo la possibilità che anche in questi contesti vengano effettuati dai titolari dei negozi controlli a campione, per evitare che la norma possa essere aggirata dai no vax.

E l’esecutivo potrebbe anticipare a questa settimana la semplificazione delle norme sulla gestione delle quarantena nelle scuole, intervenendo con una revisione delle attuali regole, mentre non impugnerà – lo ha garantito il ministro dei Traporti Enrico Giovannini – le ordinanze di Sicilia e Calabria in base alle quali si potranno prendere i traghetti che attraversano lo stretto di Messina con il pass base e non con quello rafforzato come previsto dalla legge per tutti i mezzi di trasporto.

Nella bozza del Dpcm che il presidente del Consiglio Mario Draghi firmerà nelle prossime ore si ribadisce che “nell’attuale contesto emergenziale” le uniche attività esentate possono essere “solamente quelle di carattere alimentare e prima necessità, sanitario, veterinario, di giustizia e di sicurezza personale”. Un elenco che non si discosta da quello circolato nei giorni scorsi e dal quale viene confermata l’esclusione delle tabaccherie: per comprare le sigarette servirà il green pass.

Per soddisfare le “esigenze alimentari e di prima necessità” si potrà dunque accedere oltre che nei negozi di alimentari anche in quelli “non specializzati”, ma “con prevalenza di prodotti alimentari e bevande” come ipermercati, supermercati, discount, minimercati e altri esercizi di “alimentari vari”, mentre sono escluse le enoteche in cui è possibile anche bere e mangiare.

Consentito accedere senza il pass anche dai benzinai, nei negozi che vendono legna, pellet e ogni tipo di combustibile per uso domestico e per il riscaldamento, “esercizi specializzati e non in articoli igienico-sanitari”, farmacie, parafarmacie e altri articoli “specializzati per la vendita di articoli medicali, ortopedici e di ottica anche non soggetti a prescrizione medica”.

Quanto alle esigenze di salute, nella bozza si legge che “è sempre consentito l’accesso per l’approvvigionamento di farmaci e dispositivi medici e, comunque, alle strutture sanitarie e sociosanitarie nonché a quelle veterinarie per ogni finalità di prevenzione, diagnosi e cura”.

Senza il pass si potrà andare inoltre negli uffici delle forze di polizia e in quelli delle polizie locali per “assicurare lo svolgimento delle attività istituzionali indifferibili”, “di prevenzione e repressione degli illeciti” nonché per denunciare un reato o chiedere un intervento a tutela dei minori.

Confermata, infine, anche la possibilità di entrare negli uffici Postali e nelle banche ma solo per riscuotere “pensioni o emolumenti non soggetti ad obbligo di accredito”.

Le misure saranno in vigore dalla data di efficacia del Dpcm e comunque non oltre il 1 febbraio, quando scatterà l’obbligo del pass per negozi, banche, poste e uffici pubblici. Data in cui cambierà anche la durata del green pass – che passerà da 9 a 6 mesi – e finiranno una serie di divieti introdotti con il decreto della vigilia di Natale: senza una proroga, infatti, non sarà più obbligatoria la mascherina all’aperto in zona bianca, sarà possibile tornare a organizzare feste e riapriranno le discoteche, tutte misure che scadono il 31 gennaio.

Prima che si aprano le votazioni per il nuovo presidente della Repubblica, il governo potrebbe rimettere mano anche alla questione delle quarantene a scuola Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha visto a palazzo Chigi il premier e sul tavolo, secondo quanto si apprende, ci sarebbe la revisione dei tempi della quarantena – sulla quale però la comunità scientifica non è d’accordo – e nuove disposizioni sui tamponi per gli studenti.

I provvedimenti, già discussi in queste ore dai tecnici e che potrebbero approdare al Cdm delle prossime ore, punterebbero a semplificare il sistema: tra le ipotesi al momento c’è una riduzione dei giorni di quarantena e dei tamponi ma solo in determinate condizioni e con una distinzione tra vaccinati e non. Si sta inoltre lavorando per trovare il modo di fornire le mascherine Ffp2 agli studenti di medie e superiori che si trovano in regime di autosorveglianza.

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