“La mia posizione è che il 4 maggio si possa aprire con le regole e con le garanzie scientifiche: si volesse fare un passo in più si potrebbe allentare da subito, in modo razionale, prudente e ragionato”. Lo dice il governatore del Veneto Luca Zaia in merito alla fase 2 della ripartenza. L’idea è quella “di un ragionato programma di aperture per mettere in moto la macchina, scaldare i motori e poi andare a regime”, in un’ottica, comunque, “di messa in sicurezza”.
Rispetto alle aperture per la fase 2 sarebbe meglio “non complicare la vita” agli italiani: per prima cosa “pensiamo a mascherine, guanti dove si possono portare, distanziamento sociale”. . Su quali aziende debbano fare da battistrada alla ripartenza: “Non è un problema di settori – afferma – . Penserei di aprire tutti un poco”.
Il tema del ritorno del Covid-19 in autunno è, però, una realtà, in questo il governatore del Veneto concorda con la posizione del professor Walter Ricciardi. “Abbiamo fatto un incontro con gli assessori veneti per parlare della proiezione su settembre-ottobre – spiega – . Dovremo tutti essere a quel punto in perfetta forma fisica e molto performanti dal punto di vista sanitario”.
Zaia sottolinea che da settembre ci si deve aspettare “una fase 3 con una reinfezione acuta”. Dunque, per il governatore, è necessario “essere ancora più performanti: i tamponi saranno le nostre munizioni”. “Abbiamo fatto – conclude – più tamponi della Corea e della Lombardia”.
Le riaperture intanto si avvicinano, con una ulteriore riflessione: non si può vivere da malati per morire sani. Tradotto: il distanziamento sociale non sarà tale da trasformarci in “malati in isolamento”, per esempio al ristorante. “Siamo convinti che non si debba trasformare un ristorante in un ospedale” dice ancora il governatore del Veneto Luca Zaia parlando della fase 2. “Non ha alcun senso – aggiunge – ci sarà un distanziamento sostenibile. Se cominci a pensare ai box non ne vieni più fuori”.