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Coronavirus Venezia, numeri bassi ma tornano a salire i ricoveri

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Coronavirus nel veneziano ai minimi. Nel confronto tra le 17 di lunedì e le 17 di martedì (ultimo bollettino regionale) emerge una differenza di “solo” +7 nuovi casi.
Sono 154 le persone “attualmente positive” ma aumentano i ricoveri. Ieri avevamo registrato un nuovo ingresso a Dolo (struttura specializzata Covid) e oggi se ne devono aggiungere altri due. Il totale, con l’aumento di questi tre ricoveri in due giorni, arriva oggi a 8 degenti Covid.
Nessun decesso, fortunatamente.
Come evidenziamo da giorni, però, ci sono notevoli differenze nell’altro indice che ha assunto sempre più importanza nella valutazione della diffusione del virus, quello degli “isolamenti fiduciari”.
Notevole l’incremento dato che il bollettino delle 17 di ieri riportava 574 persone in isolamento a Venezia e provincia, il numero più alto da quando si affronta la pandemia 2.0, cioè post lockdown.

VENETO
La situazione del coronavirus in Veneto nell’ultima fotografia dell’Ansa: 20 nuovi casi, un morto, aumentano i ricoverati, +7 positivi, (stabili terapie intensive).
Altri 20 nuovi casi si registrano in Veneto nelle ultime 24 ore, secondo quanto riferisce il bollettino regionale (martedì mattina, ndr), che porta il totale dei contagiati a 20.253.
Vi è una nuova vittima, che porta il totale a 2.077.
Gli attuali positivi sono 1.065, 14 in più rispetto a ieri.
I soggetti in isolamento sono 4.160.
Aumentano i ricoveri nei reparti non critici, che sono 119 (+7) di cui 32 positivi (+7).
Le terapie intensiva continuano a segnare 7 ricoverati di cui 5 positivi (+1).

SITUAZIONE GENERALE IN ITALIA: SI VA VERSO IL NUOVO DPCM
Tornano a salire i contagi e i ricoveri per il coronavirus in Italia: 190 nuovi casi in un solo giorno e 27 pazienti in più negli ospedali, con sole tre regioni – la Valle d’Aosta, il Molise e la Basilicata – a zero.
Numeri che restano bassi ma che non vanno sottovalutati: perché da settimane la curva resta sostanzialmente stabile oscillando tra i 200 e i 300 casi al giorno e perché, sottolinea il virologo dell’università di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi Fabrizio Pregliasco, il peggioramento della situazione in alcuni paesi europei oltre che in Asia e in America fa sì che sia più “pesante e concreto” il rischio di una seconda ondata di Covid 19″ anche nel nostro paese.

Bisogna dunque rimanere su una linea di prudenza e sarà questo il filo conduttore del nuovo Dpcm che il governo dovrebbe varare entro la fine della settimana, confermando quasi in blocco le misure attualmente in vigore.
Per ora infatti l’Italia è stata in grado di controllare i nuovi focolai, “ma se verranno a mancare le capacità di individuazione rapida” dei nuovi cluster “ed il rispetto delle misure di prevenzione”, ribadisce Pregliasco, allora i rischi aumentano.

Un passaggio importante per il nuovo provvedimento del governo sarà già mercoledì nella riunione in videoconferenza tra il Comitato tecnico scientifico e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli con al centro i nuovi protocolli per il trasposto pubblico locale. Sarà quella l’occasione nella quale gli esperti ribadiranno la loro contrarietà all’allentamento delle misure, non solo per quanto riguarda treni, bus e metropolitane ma anche per crociere, discoteche e presenza dei tifosi negli stadi, tutte questioni all’ordine del giorno della riunione.

Sui trasporti la posizione è chiara: il distanziamento di un metro – e dunque la capienza ridotta – e l’uso della mascherina deve rimanere sia sull’alta velocità sia su treni, metropolitane e bus regionali e locali. L’unico mezzo di trasporto dove si può viaggiare a pieno carico è l’aereo poiché esistono particolari sistemi di filtraggio dell’aria che viene cambiata ogni 3 minuti.

Dal Comitato arriverà invece il via libera agli scuolabus, anche in questo caso con tutta una serie di prescrizioni e alla fiere, ad eccezione però di tutta la parte che riguarda la convegnistica. Anche su discoteche e crociere la posizione del Cts è particolarmente critica: nel primo caso, viene fatto notare dagli esperti, in tutto il mondo le navi sono ancora ferme e dunque, nel caso si decidesse di riaprire, dovranno essere osservati protocolli molto rigidi, con la previsione di ritardare l’imbarco in attesa dell’esito dei tamponi.

Per le discoteche, invece, tecnici e scienziati sono dell’idea che difficilmente si potranno modificare le norme attualmente in vigore, dunque una capienza di massimo 200 persone al chiuso e di mille all’aperto. In ogni caso, la decisione spetta alle autorità locali e saranno loro ad assumersi la responsabilità di scelte diverse. Lo stesso discorso delle discoteche vale per gli stadi: ad oggi, dicono dal Cts, non ci sono le condizioni epidemiologiche per consentire il ritorno dei tifosi. La questione verrà comunque riaffrontata più avanti, quando ci si avvicinerà alla data d’inizio del campionato. Una bocciatura che lo stesso presidente federale Gabriele Gravina aveva messo in conto.

“Contiamo, se l’evoluzione epidemiologica lo permetterà”, che si possa tornare negli stadi, “magari non dalla prima giornata, mi sembra un po’ottimistico”. Buona parte dei temi sul tavolo del Cts dovrebbero comunque finire nel provvedimento del governo. Tra giovedì e sabato dovrebbe essere convocato un Consiglio dei ministri per mettere a punto il testo e per la durata del provvedimento: non è stato infatti ancora deciso se le misure saranno in vigore fino alla fine dello stato d’emergenza – attualmente fissato al 15 ottobre – o se verranno prorogate per un periodo più breve e poi si stabilirà più avanti in base all’andamento della curva dei contagi.

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