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Coronavirus, Italia in continuo miglioramento ma è record di casi nel mondo

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Coronavirus, Italia in continuo miglioramento ma è record di casi nel mondo

Coronavirus: i dati della pandemia nel nostro Paese sono lontani da quelli terrificanti di marzo e aprile – “i giorni più difficili della nostra vita” li definisce Roberto Speranza -, ma il coronavirus circola ancora e l’attenzione non deve abbassarsi.

E’ il messaggio del governo nel giorno in cui si registra il dato più basso delle vittime da inizio marzo, 23, delle quali appena 3 in Lombardia, il bilancio più clemente dal 27 febbraio per la regione.

I contagi giornalieri accertati sono 218, meno del giorno precedente, di cui 143 in Lombardia – ancora il 65,5% del totale – e ci sono 7 regioni senza nuovi casi.

Positivo anche il dato dei pazienti in terapia intensiva, che calano di 21 unità; in 9 regioni e nella provincia autonoma di Trento non ci sono ricoverati in rianimazione per Covid-19. I guariti e dimessi sono oltre 183 mila. In 12 regioni non si registrano nuove vittime.

Ma se l’Italia e ragionevolmente l’Europa ormai sembrano ormai avere alle proprie spalle la prima ondata del coronavirus e possono guardare con ottimismo alla stagione estiva appena iniziata, a livello mondiale la pandemia continua invece ad accelerare e a mietere migliaia di vittime.

I contagi sono saliti ad oltre nove milioni di casi ed è l’America Latina che in questo momento si trova a fronteggiare la situazione più drammatica.

A certificare la nuova impennata del Covid-19 è l’Organizzazione mondiale della Sanità. L’agenzia delle Nazioni Unite ha registrato il record di 183.000 nuovi casi di infezione nelle ultime 24 ore.

Si tratta del numero più alto di contagi riscontrati in un solo giorno dall’inizio della pandemia. Una crisi che è molto più che sanitaria, ma è “economica, sociale e, in molti paesi, politica, i cui effetti si faranno sentire per decenni”, ha ammonito il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Che è tornato a sottolineare come sia “essenziale che i Paesi non solo rispondano urgentemente alla pandemia, ma anche che investano in sistemi sanitari forti a livello nazionale e nella sicurezza sanitaria globale”.

Questo ultimo nuovo balzo nei contagi è dovuto soprattutto all’aumento delle persone positive nel Continente sudamericano.

In America latina nelle ultime 24 ore i casi sono saliti a quasi 2 milioni e cinquantamila e i morti stanno per raggiungere i centomila, secondo una statistica realizzata dall’ANSA in base ai dati ufficiali di 34 nazioni e territori.

Il Brasile (foto) segna oggi un apparente rallentamento della curva dei contagi, ma per capire se si tratti di una reale inversione di tendenza occorrerà vedere l’andamento dei prossimi giorni. Rimane comunque il Paese più colpito del continente e il secondo al mondo dopo gli Stati Uniti: nelle ultime 24 ore ha contato oltre 17.000 contagi, che portano il totale a quasi un milione e centomila positivi.

I morti nell’ultima giornata sono stati 641, un dato che fa salire oltre quota 50.000 il conteggio delle vittime.

A fronte di questa situazione, il governo ha prolungato per altri 15 giorni il divieto di ingresso degli stranieri nel Paese, anche se il presidente Jair Bolsonaro è tornato a insistere che forse “c’è stata un po’ di esagerazione” nelle misure per il contenimento della pandemia.

Nel Vecchio Continente, da segnalare il minimo assoluto nell’incremento giornaliero dei morti raggiunto nel Regno Unito: appena 15 in più nelle ultime 24 ore.

Mentre a Mosca possono riaprire ristoranti, bar, palestre e piscine dopo tre mesi di stop. Nonostante questo, anche in Europa continuano a sorgere qua e là nuovi focolai.

Nella regione di Lisbona, in Portogallo, dovranno essere ripristinate diverse misure di contenimento per frenare la diffusione del virus.

In Croazia la ripresa della diffusione del Sars-CoV-2 ha aperto la questione sull’opportunità di tenere le elezioni politiche il 5 luglio prossimo.

Fuori dall’Europa, è tornata a salire la preoccupazione in Israele, che ha adottato alcune misure immediate per circoscrivere l’epidemia: rafforzamento drastico dei controlli sul distanziamento sociale, ritorno dei monitoraggi elettronici – anche dei servizi segreti – per seguire i contagiati e la possibilità di istituire nuove ‘zone rosse’.

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