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Coronavirus: Procura apre indagine sui 257 positivi della caserma Serena

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129 migranti positivi a Casier (TV), sindaco: "Tutto sotto controllo"

Coronavirus: Procura apre fascicolo sui fatti del centro migranti di Treviso, mentre il gestore si difende: “Sono certo di aver agito in modo corretto”. La caserma Serena di Casier è il centro dove è esploso il più grande focolaio di casi positivi dell’intero Veneto.

La Procura di Treviso ha così aperto un fascicolo sul maxi focolaio che ha visto 257 positivi tra ospiti e operatori, cioè il focolaio che si è creato da alcuni giorni nel Centro di accoglienza migranti allestito nell’ex caserma Serena di Casier.

L’indagine mira a fare luce, in particolare, su come sia stato possibile che dai 2 positivi rilevati due mesi fa si sia passati al contagio da Coronavirus di buona parte della struttura.

“Vogliamo capire cosa è stato fatto – spiega il Procuratore Michele Dalla Costa – e cosa, eventualmente, è mancato nella gestione dei migranti dopo la scoperta delle prime positività”.

Il fascicolo, affidato al pm Giulio Caprarola, non ha al momento indagati ma è chiaro che le indagini riguarderanno in particolare l’operato della Nova Facility, la società che gestisce il Centro di Casier.

“Siamo assolutamente certi di aver agito in maniera corretta” dice il presidente Gianlorenzo Marinese, spiegando di aver appreso dai giornali dell’apertura di un fascicolo sui positivi della ‘Serena’ e di non voler parlare “nel rispetto dell’opera della magistratura”.

Di parere opposto il presidente del Veneto Luca Zaia: “dai numeri che escono da questo tipo di strutture – sottolinea, alludendo anche ai positivi scoperti nel Centro di accoglienza di Jesolo – è evidente che non viene garantita la sicurezza sanitaria. In questo momento dobbiamo affrontare il grande tema del controllo dei focolai in questi centri di accoglienza, cosa che stiamo facendo con i tamponi. Ovviamente arriveremo alla negativizzazione degli ospiti”.

Però, per il governatore, è altrettanto ovvio “che deve essere eliminato questo modello di accoglienza, che prevede assembramenti non in linea con le norme anti Covid”.

L’accusa esplicita del direttore generale dell’Ulss 2 Trevigiana Francesco Benazzi è che positivi e negativi a Casier non siano stati separati per il rifiuto degli stessi ospiti, facendo così lievitare i contagi.

Dopo la scoperta poco più di una settimana fa di 133 malati, la situazione nonostante la messa in quarantena “è degenerata – rileva Benazzi – a causa della promiscuità”. Positivi e non positivi, sottolinea, “non sarebbero stati posti in aree divise del Centro. Hanno rifiutato di farsi isolare – rileva – come hanno esplicitamente ammesso gli operatori presenti nella struttura”. Tutto questo “nonostante l’Ulss avesse dato l’ordine di creare un blocco – rincara il dg – in un’area isolata, con docce e bagni”.

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