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Coronavirus, al Civile di Venezia il primo decesso. Spirato grande nome dell’ottica veneziana

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Venezia si aggiunge alla triste tabella di chi ha registrato vittime associate al coronavirus. E’ morto all’ospedale Civile il fondatore dell’Ottica Carraro, nome noto e stimato in città.

Danilo Carraro è spirato mercoledì ma era ricoverato da alcuni giorni al SS. Giovanni e Paolo. 79 anni, fondatore del nome dell’Ottica Carraro apprezzato in tutto il mondo, non era ricoverato a causa dell’infezione ma per patologie precedenti diverse, poi l’aggravamento delle sue condizioni ha richiesto il test del virus che è risultato positivo ma la situazione era ormai compromessa.

OSPEDALE CIVILE DI VENEZIA
La triste notizia del decesso si somma a quella di una giornata nera nella battaglia per il contenimento del virus: mercoledì sono arrivati sei nuovi ricoveri, due a Venezia e quattro a Mestre. Tra questi ultimi anche il caso del lavoratore del Porto di Venezia annunciato mercoledì sera dal presidente Musolino.

Sul bollettino regionale di mercoledì è così risultata la prima vittima veneziana per coronavirus ma il suo caso è emerso a sorpresa in quanto non rientrava tra quelli precedentemente segnalati come ricoverati per il virus cinese. Questo, a quanto pare, solo perché la positività non era stata testata prima.

A Venezia si registrano 11 persone ricoverate al Civile, di cui tre in Terapia Intensiva.

Tra i sanitari, un altro operatore del Suem di Venezia è finito in quarantena. Dall’inizio dell’emergenza virus, sono stati posti in isolamento 324 operatori. Una buona parte di essi, contagiati nella prima fase, riprenderanno però da domenica il lavoro.

OSPEDALE DELL’ANGELO DI MESTRE
Sono 12 le persone ricoverate all’Ospedale dell’Angelo di Mestre (una persona ricoverata a Dolo e una ricoverata a Mira).

Ieri, mercoledì, il presidio di Mestre ha visto il ricovero di quattro nuovi accessi (uno da Chioggia).

Sono 9 le persone ricoverate in Terapia Intensiva dei nostri ospedali: 6 proprio all’ospedale dell’Angelo (3 al Civile di Venezia).

NEL VENEZIANO
Il conto arriva a 69 casi di casi positivi al coronavirus nel veneziano. 25 sono pazienti ricoverati, compresa la persona anziana di San Donà di Piave.

Sessanta sono i casi sono tra Venezia e Mestre, 8 nell’area tra Mirano e Dolo e uno nel Veneto Orientale.

E mentre si sta ancora valutando la chiusura del reparto di Psichiatria del San Giovanni e Paolo, riaprono i reparti di Medicina di Venezia e Mirano e si va verso la riapertura anche della Rianimazione di Dolo.

A Dolo rimane sospesa la Cardiologia per mancanza di medici (tutti in quarantena), mentre gli infermieri e gli operatori sono stati dirottati in altri reparti.

SITUAZIONE IN VENETO
Il governatore Luca Zaia lo dice senza mezzi termini (mercoledì, ore 17): “Pensavamo che ci fosse un rallentamento, invece temiamo che la curva stia entrando ora in una fase critica. Gli algoritmi sembrano prevedere che i contagi saliranno ancora. La situazione è ben monitorata però dobbiamo vedere se risponderanno le manovre per il contenimento: dovete immaginare che il virus è come l’acqua, quando rompe gli argini puoi provare a sbarrarle la strada ma lei cerca altre vie per incanalarsi”.

L’ultimo bollettino regionale parla di 386 casi confermati e di un ulteriore aumento delle vittime che oggi arrivano a 7.

I ricoverati sono saliti a 100 con 286 persone in isolamento e 12 guariti.

L’ultima circolare del ministero della Salute ha imposto alle Regioni di aumentare del 50% i posti letto in Terapia intensiva e del 100% i letti in Pneumologia. Il Veneto ha provveduto disponendo un incremento di 534 posti letto complessivi nelle Usl e nelle due Aziende ospedaliere di Padova e Verona. I letti aggiuntivi si aggiungono ai 686 attuali.

Anche in Veneto, come da decreto del governo, sono stati sospesi congedi e ferie programmate. E chi è già in ferie, viene richiamato.

Azienda Zero ha assunto 100 infermieri, 80 operatori sociosanitari, 20 assistenti sanitari, 10 tecnici e 5 autisti da distribuire alle diverse Usl.

ZONE CON PIU’ DIFFUSIONE IN VENETO (SITUAZIONE ALLE ORE 17 DI MERCOLEDI’ 4 MARZO) E DIFFERENZA CON GIORNO PRECEDENTE
Treviso 96 (provincia) =
Vò 90 =
Venezia 60 (provincia, esclusa Mirano) +7
Padova 60 (provincia, escluse Vò e Limena) +2
Verona 25 (provincia) +3
Vicenza 16 (provincia) +5
Limena 14 =
(a seguire altri sotto le 10 unità)

RICOVERI PER CORONAVIRUS IN VENETO (SITUAZIONE ALLE ORE 17 DI MERCOLEDI’ 4 MARZO) E DIFFERENZA CON GIORNO PRECEDENTE
Azienda osp. Un. Padova 33 -4
Ospedale Treviso 25 -1
Ospedale dell’Angelo Mestre 12 +4
Ospedale Civile di Venezia 11 = +1
Ospedale Vicenza 5 =
Azienda osp. Un. 4 =
Ospedale Rovigo 4 =
Ospedale Legnago 3 =
Ospedale Negrar 2 =
Ospedale Mirano 1 =
Ospedale Dolo 1 =

IL VIRUS IN ITALIA
Sono arrivati a 107 i morti per coronavirus in Italia, la cifra significa il 3,47% del totale dei contagiati.

Ci sono 295 malati ricoverati in terapia intensiva, 66 in più di ieri, pari al 28,8% in più.

Il numero dei ricoverati in terapia intensiva rappresenta però solo poco più del 10% dei 2.706 malati totali.

1.346 sono invece i malati ricoverati con sintomi e 1.065 quelli in isolamento domiciliare.

Il pericolo più grande in questo momento è quello di un aumento in maniera esponenziale dei ricoverati più gravi, fatto che potrebbe mandare in crisi il sistema sanitario.

Per questo l’esecutivo ha messo in campo altre due misure.
Da un lato il ministero della Salute ha disposto il potenziamento del 50% dei posti a disposizione nei reparti di terapia intensiva e del 100% in quelli di pneumologia e malattie infettive, oltre alla possibilità di reclutare medici e sanitari da altre parti d’Italia da dirottare negli ospedali delle zone rosse, che dall’inizio della crisi sono quelli più sotto pressione. Dall’altro il Dipartimento della Protezione Civile ha attivato la Centrale remota di soccorso sanitario (Cross), un meccanismo che consente, in caso di emergenza, di trasferire da una regione all’altra i malati se non ci sono posti disponibili.

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