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Coronavirus. Festa a Napoli per la Coppa Italia, l’ Oms: “sciagurati”

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Festa a Napoli per la Coppa vinta in finale ai danni della Juventus. L’Oms,’tifosi sciagurati’ per il pericolo del contagio collettivo per il coronavirus durante i festeggiamenti “a contatto d’uomo”.

Questa la definizione per i migliaia di supporter riuniti in strada per i caroselli, bagni nelle fontane prese d’assalto e la stazione Garibaldi gremita per l’attesa del ritorno del treno della squadra, costretto a ‘deviare’ verso un’altra fermata per evitare un bagno di folla, di questi tempi pericoloso oltre che vietato.

Le scene dei festeggiamenti della gente in piazza a Napoli, dopo la vittoria in finale di Coppa Italia, fanno tornare l’incubo delle ‘bombe epidemiologiche’ con gli assembramenti di tifosi in quegli ultimi match poco prima del lockdown, proprio come successe a Bergamo.

Immagini che indignano innanzitutto l’Oms. “Sciagurati! In questo momento non ce lo possiamo permettere”, avverte Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità.

I costanti inviti alle precauzioni arrivano anche alla luce dei dati recenti, secondo cui torna timidamente a crescere il trend di aumenti dei nuovi malati di Covid negli ultimi sette giorni e, per la prima volta dopo settimane di calo, sale nuovamente il numero di pazienti in terapia intensiva.

“Fa male vedere queste cose – tuona il direttore aggiunto dell’Oms ricordando “quanto ha contato la partita dell’Atalanta all’inizio dell’epidemia in Lombardia nella diffusione dei contagi. Non vorrei che si ripetesse proprio ora che il Comitato Tecnico Scientifico ha cercato di accogliere le proposte della Figc per non limitare del tutto il gioco del calcio, come da scienza e coscienza medica sarebbe suggerito. Per fortuna è accaduto a Napoli, dove governatore e sindaco hanno messo in atto misure rigide e l’incidenza del virus è più bassa che altrove”.

A parlare di “comportamenti sbagliatissimi” è anche la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, che si rivolge anche ai tifosi: “così – dice – fanno venire molti scrupoli di coscienza a chi ha deciso che poteva essere possibile ritornare al gioco del pallone”. Dagli appelli alla cautela si arriva ben presto alle polemiche politiche.

“Di fronte ai festeggiamenti di Napoli di ieri mi chiedo dov’era De Luca. Sono contento per Gattuso e per Napoli ma qualcosa non ha funzionato. Hanno rotto le scatole per me e i miei selfie, e ieri c’era qualche migliaio di tifosi”, attacca il leader della Lega, Matteo Salvini. E il governatore De Luca glissa: “Daremo domani, senza fretta, una risposta congrua a un somaro geneticamente puro. Per il resto, parlando di cose piacevoli, onore a Rino Gattuso e lunga vita al catenaccio”.

Anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris è intervento nel dibattito e dopo un laconico commento (“Ieri sera ha vinto il contagio della felicità”), ha difeso i tifosi scesi in piazza: “vista l’impossibilità di andare allo stadio, tema su cui si dovrebbe riflettere perché con le dovute attenzioni e distanziamenti si potrebbe andare, solo chi non conosce Napoli può pensare che dopo una vittoria contro la Juventus di Sarri e di Higuain, i napoletani sarebbero rimasti in casa a esultare tra le quattro mura. Questo non significa che in città c’è superficialità, anche perché ormai dai primi di giugno a Napoli c’è contagio zero e ieri sera in piazza c’erano solo napoletani”.

De Magistris si è detto però “amareggiato” per alcuni danni provocati ai monumenti della città durante i festeggiamenti, come quelli alla fontana del Carciofo in piazza Trieste e Trento, ma anche le rapine e colpi di arma da fuoco sparati ad altezza d’uomo.

Al di là dei festeggiamenti napoletani, i timori per una nuova ondata restano: se infatti l’aumento giornaliero dei contagi da coronavirus in Italia rimane stabile (ma con quasi 20mila tamponi meno di ieri), con un incremento di 333 casi nelle ultime 24 ore, di cui il 64,8% in Lombardia, il centro Studi Gimbe segnala che negli ultimi 7 giorni si registra un incremento di 2.294 nuovi casi di Covid-19, rispetto ai 1.927 della settimana precedente, pari allo 0,9% in più.

Le variazioni dei nuovi casi per centomila abitanti oscillano dal +3,8% della Lombardia al -3,9% della Liguria.

I malati ricoverati con sintomi scendono invece sotto i tremila e sono stati superati i 180mila guariti. Torna però a salire anche l’incremento giornaliero delle vittime, 66 morti rispetto ai 43 di mercoledì, e dopo settimane in discesa i ricoveri in terapia intensiva dei malati di coronavirus segnano nuovamente il segno ‘più’: sono in tutto 168 i pazienti ricoverati nei reparti di rianimazione, 5 più di ieri.

In Lombardia sono 60, uno in più, mentre quattro nuovi posti sono occupati nella terapia intensiva degli ospedali della Campania: una regione finora quasi graziata dal virus, ma da sempre malata di calcio.

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