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Coronavirus, perché è tornata a salire la curva dei contagi?

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Coronavirus: dopo 4 giorni torna a salire la curva dei contagi togliendoci la piccola speranza degli ultimi giorni. L’Oms dice che serve più assistenza ai pazienti in isolamento e più tamponi a medici, ma come spiegare lo stop al trend positivo degli ultimi giorni?

Risale il numero dei nuovi ammalati in Italia, ma bisogna dire che, per fortuna, la curva del contagio continua a rallentare. Dopo quattro giorni di calo, però, torna ad impennarsi il numero dei nuovi positivi per il coronavirus nel Paese. Nelle ultime 24 ore i malati sono 4.492 in più, per un totale di oltre 62mila persone attualmente affette dal Covid-19.

Si tratta innegabilmente di una battuta d’arresto rispetto ai dati gli ultimi giorni, che avevano fatto registrare un trend più basso. E si contano ancora centinaia di nuove vittime: sono 662, ma a questo dato vanno aggiunti i decessi in Piemonte che non sono stati comunicati. Numeri stabili anche sul conteggio dei guariti, ancora un migliaio nell’ultimo giorno per un totale di oltre 10mila persone finora riuscite a superare la malattia.
(categoria “virus cinese”)

Tra le regioni, a pesare sul bilancio complessivo è ancora una volta la Lombardia, con 1.598 contagi in più. Di pari passo, aumenta il numero dei malati ricoverati in terapia intensiva, in tutto 3.612. Dati letti con cauto ottimismo dai vertici della Protezione Civile: “La cosa importante è la velocità di incremento della curva che apparentemente sembra rallentare, ma non possiamo aspettarci un’improvvisa diminuzione. Dobbiamo osservare nei prossimi giorni gli effetti delle decisioni prese, stiamo già analizzato la ragione del piccolo incremento di oggi. L’ipotesi è che ci sia stato un accumulo di risultati di tamponi fatti nei giorni precedenti”, spiega il vice capo della Dipartimento, Agostino Miozzo, che per la seconda volta ha sostituto Angelo Borrelli nella consueta conferenza stampa per la lettura del bollettino giornaliero.

Il capo della Protezione Civile, che continua ad accusare un lieve stato influenzale, è risultato negativo al tampone per il coronavirus e al momento continua a lavorare da casa rimanendo in costante contatto con il comitato operativo e l’unità di crisi.

Sono buone anche le condizioni di Guido Bertolaso, consulente del governatore della Lombardia per questa fase di emergenza, che dopo essere risultato positivo al Covid-19 è ricoverato al San Raffaele di Milano “in via precauzionale”.

Ma nelle ultime ore sotto i riflettori non ci sono solo i ricoveri e la delicata situazione degli ammalati. Un allarme esplicito è stato lanciato invece per il personale sanitario, che continua a contare vittime per i contagi contratti in ospedale: sono 41 finora i medici morti per il coronavirus.

Per medici e infermieri il vice direttore vicario dell’Oms, Ranieri Guerra, chiede che vengano effettuati più tamponi: “vanno tutelati, non soltanto con dispositivi e mascherine ad hoc. Deve essere anche garantita loro la capacità diagnostica per capire se sono positivi”, avverte il dirigente dell’Oms, preoccupato anche per quei contagiati che necessitano di assistenza fuori dagli ospedali, nella quarantena delle proprie case.

Per Ranieri Guerra, “allentare la pressione sulle strutture ospedaliere non vuol dire chiudere a chiave persone senza pensare alle loro esigenze. Serve assistenza domiciliare integrata, psicologica e monitoraggio dei parametri vitali”. Un’attenzione che va rivolta anche “alla popolazione provata dalle misure di contenimento”, a cui “va dato supporto in un momento di stanchezza. La popolazione ha bisogno di qualcosa di più, servizi domiciliari che bisogna garantire, anche da parte degli psicologi”.

Fuori dagli ospedali e dagli isolamenti domestici, restano le insidie negli inevitabili punti di aggregazione nelle strade, che espongono al rischio di nuovi contagi. Per questo restano capillari i controlli della temperatura delle persone in porti e aeroporti, anche se viene categoricamente esclusa al momento la possibilità di allargare la misura alle stazioni: sarebbe “oltre modo onerosa rispetto a quello che sarebbe poi l’effettivo riscontro”, spiega il direttore dell’ufficio emergenze della Protezione Civile, Luigi D’Angelo. E prosegue un po’ ovunque l’opera di sanificazione, che potrebbe essere ampliata con “interventi massicci nella pulizia delle strade”.

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  1. Non comprendo tutta questa enfasi sulla “curva” di tutti gli “esperti”. E’ un non problema per tranquillizzare la plebe. E’ evidente che, anche se per assurdo vi fossero 0 nuovi infetti per 10 giorni, non appena si attenuano le misure di contenimento, si torna esattamente come prima. Bastano un paio di infetti (da altri paesi oppure non diagnosticati come tali oppure passaggio del virus da animale a uomo) che torna tutto come prima nel giro di qualche settimana visto il livello di contagiosità del virus. La quarantena dura imposta a tutto il paese dovrebbe avere un solo senso: dare tempo di dotare medici e infermieri delle tute e mascherine per la guerra batteriologica, produrre milioni di mascherine da distribuire alla popolazione civile a prezzo politico, aumentare il numero di ventilatori polmonari e introdurre delle misure di contenimento generale (soprattutto isolare gli anziani e i malati in quanto soggetti più esposti) per diluire i contagi nel tempo senza paralizzare tutto e tutti (con distruzione dell’economia reale e della vita di milioni di famiglie e persone). Non mi pare che in questi mesi si sia fatto molto in tali direzioni. Pertanto, la quarantena solo posticipa il problema più in là nel tempo. Ci saranno picchi di morti di nuovo in giugno, luglio non appena si tornerà “alla normalità” specialmente senza mascherine adatte, mancanza di dispositivi di sicurezza per i medici ecc. Si deve partire dal presupposto realistico e intellettualmente onesto che i morti saranno milioni nel mondo e centinaia di migliaia in Italia (non gli “andrà tutto bene” dei bimbimikia, salvo qualche miracolo come scoperta e distribuzione del vaccino in tempo record, mutazione del virus in una sottospecie meno pericolosa o altri fattori eccezionali e imprevedibili ecc. Per chi è credente, è inutile dire che i miracoli dall’Alto comunque richiederebbero anche Fede dal basso, ma le Chiese son chiuse senza praticamente nessuna protesta, indice che non vi è praticamente nessuna fede reale ma solo a parole anche da parte delle autorità ecclesiastiche siccome la Messa è solo un’occasione di contagio persino per loro. E’ legittimo chiedersi se pensa così sia realmente credente, almeno nel senso profondo del termine. Son più onesti, dignitosi e coerenti moltissimi atei e agnostici che questi “credenti” porporati o semplici “fedeli”). In ogni caso, il virus è qui per rimanere. Non saranno certo né gli “andrà tutto bene” con l’arcobaleno sotto a salvarci o i mille decreti del governo per abbassare la curva, siccome siamo solo all’inizio. Questo è bene averlo a mente per fronteggiare realmente il problema.

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