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Coronavirus, dati in aumento. E il Friuli riapre le terapie intensive

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Coronavirus nel veneziano, altri sei decessi

Croronavirus che si riaffaccia nel veneziano con 11 casi in un giorno, 6 nel bollettino del mattino e 5 in quello del pomeriggio. Attualmente i positivi sono 91, e non è poco.
Prima di Venezia c’è solo Padova (che ha problemi di natura diversa, come noto) tra le province venete.
L’altro indice da tenere d’occhio, quello delle persone confinate a casa, mostra a sua volta un notevole incremento: 313 casi (a metà luglio erano 200): la crescita sta a significare che sono più i nuovi casi di quanti finiscono la quarantena.

FRIULI VENEZIA GIULIA: RIAPERTE TERAPIE INTENSIVE
Intanto arriva la notizia della riapertura delle terapie intensive in Friuli. Ieri, in velocità, è stato reso operativo il reparto specializzato dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, sostanzialmente a causa dell’ondata del virus nei Balcani.
Un paziente, di rientro da quel territorio, ha avuto bisogno di essere immediatamente ricoverato in rianimazione ieri.

VENETO, CASI IN AUMENTO
In totale sono 30 i nuovi casi in un giorno. I bollettini di ieri mostrano un +16 al mattino e un +14 al pomeriggio. Anche la rapidità degli aumenti rispetto al tempo, se si vuole, può essere ritenuto un indice.
L’altro significativo sono le persone in isolamento, giunte ora a 2.424.
Sul fronte dei casi specifici si registrano la novità di una dipendente dell’Università di Padova e di 2 operatori dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso.

L’accertamento sui due sanitari – informa l’Ulss 2 trevigiana – è scattato dopo che uno dei due aveva segnalato un lieve malessere. Immediatamente sottoposti a tampone, entrambi sono risultati contagiati e messi in isolamento a domicilio. L’indagine epidemiologica avviata ha stabilito che con ogni probabilità i due sono stati contagiati da una vicina di casa, sintomatica. Dopo la scoperta delle due positività è stato avviato lo screening sui loro contatti stretti, in ambito sia lavorativo che extralavorativo. I primi 25 tamponi sui colleghi di lavoro hanno dato tutti esito negativo, a conferma dell’origine del contagio in ambito non professionale.

Un nuovo decesso nella nostra regione.

IN ITALIA: AUMENTI PER FOCOLAI SPARSI
Il coronavirus si sta lentamente ripresentando in tutte le parti d’Italia e nelle ultime 24 ore solo una regione, la Valle d’Aosta, ha fatto registrare zero nuovi casi.

I positivi sono ora 306.
Le vittime sono 10.

Preoccupano i focolai che si accendono lungo tutta la penisola. E per il tracciamento degli infetti non sembra potersi contare sulla App Immuni, scaricata solo dall’12% dei possessori di smartphone (4,3 milioni di persone), secondo il ministro dell’Innovazione Paola Pisano. La soglia per renderla efficace era fissata al 60%.

I nuovi positivi odierni sono 82 in Lombardia, solo il 26,7% del totale, ma secondo la Fondazione Gimbe la regione più colpita dal Covid ha ancora il 57% dei malati, i cosiddetti ‘attualmente positivi’ (6 infetti su 10).

Spiccano l’incremento in Veneto (+172) e il calo in Lombardia (-184), moderati aumenti in Liguria (+44), Toscana (+30) e Campania (+28), diminuzione nel Lazio (-46) e in Piemonte (-35).

Il problema sono i nuovi nuovi focolai e i ‘casi di rientro’ dall’estero. Tra i primi si segnalano quello in una residenza per anziani a Bologna con 15 casi e quello di Rovereto, in Trentino, con altri 24 positivi dopo i 16 del giorno prima, una situazione che non riguarda più solo il corriere espresso Brt.

Tra i casi di rientro invece si registrano due badanti tornate in pullman a Roma dalla Romania – tra i Paesi più colpiti nelle ultime settimane -, che portano a 12 sui 26 odierni nel Lazio gli infetti di ‘importazione’.

Nuovo cluster anche in Molise: contagiati 7 venezuelani, 5 dei quali arrivati dalla Serbia.

Oltre agli 82 casi in Lombardia i nuovi positivi odierni sono 55 in Emilia Romagna, 30 nella Provincia autonoma di Trento, 26 nel Lazio, 22 in Veneto (dati poi ulteriormente cresciuti a fine giornata), 16 in Campania, 15 in Liguria e 10 in Abruzzo. Tutte le altre regioni hanno un incremento a una sola cifra, tranne la Val d’Aosta a zero.

Non molti giorni fa erano ben più di 10 le regioni senza nuovi contagiati nelle 24 ore. Così come quelle senza pazienti in terapia intensiva, che ora sono 9. Le persone in rianimazione passano comunque da 48 a 49, i ricoverati con sintomi sono 713 (-11), quelli in isolamento domiciliare 11.642 (+92). I guariti arrivano a 197.842 (+214).

Se il governo pensa di prorogare lo stato d’emergenza sanitaria al 31 ottobre, i presidenti di Regione – sei dei quali in campagna elettorale – valutano nuovi provvedimenti per arginare movida e assembramenti. In Campania Vincenzo De Luca ha pronta un’ordinanza per la chiusura dei negozi in cui non si indossano le mascherine. “Sono preoccupatissimo – dice – a settembre con la ripresa delle scuole si rischia la ripresa del contagio e a quel punto si dovrà chiudere tutto”. Il lockdown “può esserci in aree dove si sviluppano focolai – afferma il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri -, ma si tratterebbe di lockdown chirurgici”. Sileri non ritiene il trend preoccupante, ma l’infettivologo Stefano Vella della Cattolica di Roma teme che “se i focolai diventano tanti, i servizi sanitari territoriali potrebbero andare in difficoltà”.

CORONAVIRUS NEL MONDO
SPAGNA IN CRISI

Sono 971 i nuovi casi accertati di Covid-19 in Spagna nelle ultime 24 ore, secondo quanto riferito dal ministero della Salute di Madrid, citato dal sito di El Pais. I nuovi decessi sono tre. La provincia dove si registra il maggior numero di nuovi casi è l’Aragona, con 415 contagi, seguita dalla Catalogna con 182 e da Madrid con 102.

DUE MILIONI DI CASI IN BRASILE
In America Latina si registrano oltre 4 milioni di casi, oltre la metà in Brasile. I morti sono 170 mila.
La regione dell’America Latina e dei Caraibi ha superato i 4 milioni di casi di coronavirus, di cui oltre 170 mila sono morti. E’ quanto emerge da una statistica elaborata dall’ANSA riguardante 35 nazioni e territori latinoamericani. Secondo il conteggio, la regione ha registrato fino a oggi 4.042.617 contagi per la pandemia, con 170.013 morti. Il Paese più colpito resta il Brasile, con 2.227.514 casi confermati e 82.771 decessi. Seguono il Perù (366.550 contagi e 13.767 morti) e il Messico (362.274 casi e 41.190 vittime). Tra i Paesi con più di centinaia di migliaia di casi, il Cile (338.759 infezioni e 8.838 morti), la Colombia (211.038 contagi e 7.166 morti) e l’Argentina (141.900 casi e 2.588 decessi).

SI RICHIUDONO PER UN MESE LE SCUOLE IN SUDAFRICA

Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha annunciato oggi una nuova chiusura delle scuole pubbliche per un mese, mentre “la tempesta” causata dalla pandemia di Covid-19 colpisce il paese. “Il governo ha deciso oggi che tutte le scuole pubbliche debbano chiudere per le prossime quattro settimane”, ha detto Ramaphosa in un intervento televisivo, aggiungendo che l’anno scolastico in corso (gennaio 2020-dicembre 2020) sarà esteso “oltre l’anno 2020”. Il Sudafrica, secondo il conteggio della John Hopkins University, ha finora registrato 394.398 casi e 5.940 decessi. (ANSA-AFP).

FRANCIA: 1000 CASI IN 24 ORE
Prosegue l’aumento di nuovi casi confermati di coronavirus in Francia, con “oltre 1.000 casi” in 24 ore: è quanto annunciato oggi dalla Direzione Generale della Salute (Dgs). Il numero di pazienti positivi al Covid-19 registra una tendenza al rialzo da tre settimane consecutive e questo “aumento si va intensificando”, avverte Santé Publique. La settimana scorsa, in Francia, erano stati individuati 3.589 nuovi casi di coronavirus, equivalente ad un aumento del 27% rispetto alla settimana precedente.

USA: 76MILA CASI IN UN GIORNO
Gli Stati Uniti hanno registrato ieri 76.570 nuovi casi di coronavirus in un giorno, per un totale che ha superato i 4 milioni di casi. Lo rende noto l’università americana Johns Hopkins. I morti nelle ultime 24 ore sono stati 1.225, per un totale di 144.167 vittime.

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