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Contagi Covid verso 3 milioni. Ipotesi: ampliare il coprifuoco

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Contagi a quota 3 milioni. L’Italia è sempre più rossa e oggi sono sei le regioni a rischio.
Si tratta di un boom dei contagi da coronavirus, destinati ancora a salire nei prossimi giorni.
Aumenti di terapie intensive e reparti ordinari sempre più pieni.
Così l’Italia, tra zone rosse e arancioni rafforzate, si scopre ogni giorno più assediata dall’epidemia, mentre i morti viaggiano verso i 100 mila e i casi totali sono quasi 3 milioni.
Il primo Dpcm di Mario Draghi, che sarà in vigore da sabato, viene considerato a Palazzo Chigi adeguato ad affrontare la risalita dei contagi, soprattutto perché dà agli amministratori gli strumenti per intervenire in maniera mirata e rapida laddove necessario, con la chiusura delle scuole e con altre zone ‘scure’ locali.
Il monitoraggio delle varianti resta comunque costante e il governo concentra la sua attenzione – con riunioni in programma già nei prossimi giorni – in particolare sulla scuola, dove nelle ultime settimane sono esplosi i casi, e sui trasporti, da sempre possibile luogo di contagio.
Se la crescita della curva non si arrestasse, ipotizza già qualcuno tra i ministri, potrebbero rendersi necessarie nuove misure come un anticipo del coprifuoco

rispetto alle 22 o di una stretta ulteriore su weekend e spostamenti.
L’esecutivo, che da aprile potrebbe abbandonare lo strumento del dpcm e varare un decreto legge per le misure anti contagio, intende intanto valutare l’efficacia del dpcm firmato martedì, a partire dallo stop alle lezioni nelle aree a più alto contagio, i cui effetti si vedranno non prima di una settimana-dieci giorni.
L’obiettivo principale è poi accelerare nella campagna vaccinale di massa, resa più difficile dalla corsa dell’epidemia – lo scenario peggiore contemplato dagli esperti – in questo senso un’Italia quasi tutta rossa sarebbe di aiuto nell’efficacia di somministrazione.
Domani il ministero della Salute dopo il monitoraggio settimanale – relativo a dati già superati – stringerà le misure su diverse regioni, tra cui la Lombardia, che ha proclamato da mezzanotte l’arancione scuro e ha registrato oltre 5 mila tamponi positivi in 24 ore.
In bilico anche Campania, Emilia Romagna e Abruzzo, che potrebbero aggiungersi in rosso a Molise e Basilicata. Calabria – che chiuderà tutte le scuole -, Friuli Venezia Giulia e Veneto vanno verso l’arancione, mentre il Lazio resta fino all’ultimo tra giallo e arancione.
Nelle Marche, dove già Ancona è zona rossa, da sabato nuova stretta

a Macerata.
Si attendono le mosse dei nuovi vertici della struttura emergenziale, il commissario Francesco Figliuolo e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, che domani incontreranno le Regioni assieme ai ministri Roberto Speranza (Salute) e Mariastella Gelmini (Autonomie).
La gestione della pandemia d’ora in poi sarà sul modello della Protezione civile, ovvero territoriale e tempestiva, secondo quanto emerso dal vertice odierno con le autorità sanitarie.
Dal territorio le notizie e i dati sembrano indicare che si sta inseguendo il virus, trainato dalle varianti, in primis quella inglese, invece di anticiparlo, e che la terza ondata è in pieno corso.
“Un fortissimo incremento di positivi”, fa sapere la Regione Campania, impone “la realizzazione di tamponi di massa nei Comuni” più colpiti, specie nell’area vesuviana.
Il presidente dell’Associazione Comuni (Anci) Antonio Decaro, sindaco di Bari, riferisce di un aumento dei contagi praticamente in tutte le città.
Il bollettino quotidiano del ministero della Salute dice che in 24 ore i test positivi

sono stati quasi 23 mila, un livello mai toccato da gennaio, duemila più di ieri, nonostante meno tamponi.
Le vittime sono ancora 339, ma a preoccupare sono i 232 ingressi in terapia intensiva – il secondo dato più alto da quando si calcolano, a inizio dicembre – e i 394 ricoveri in più nei reparti ordinari.
Solo Basilicata e Valle d’Aosta non annotano nuovi pazienti in rianimazione nell’ultima giornata, la Lombardia ne ha invece ben 56.
Di fronte all’escalation dei contagi il governo Draghi per ora punta su sempre più zone rosse o arancione scuro locali per arginare l’ondata.
Ma nell’esecutivo e nella maggioranza alcune voci non escludono che se le misure adottate non riuscissero a frenare la curva si debba poi tornare a intervenire.

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