«Mi appello al senso di responsabilità del governo – scrive il presidente regionale degli alimentaristi di Confartigianato imprese Veneto Cristiano Gaggion, in vista del nuovo Dpcm in arrivo il 16 gennaio – perché non ci siano ulteriori limitazioni all’attività di bar, ristoranti, pizze al taglio, gastronomie, pasticcerie, cioccolaterie, nella somministrazione da asporto. Così facendo verrebbero pesantemente discriminati i pubblici esercizi rispetto ad altre attività come le gastronomie dei supermercati che resterebbero invece aperte al pubblico».
L’ipotesi dello stop ad asporto e take away potrebbe riguardare oltre 4 mila su 6 mila e 500 (il 61,5%) attività artigianali venete, spiegano gli artigiani. «I nostri imprenditori hanno già un’attività ridotta pressoché al lumicino: impedire, come sarebbe ipotizzato per il prossimo Dpcm in vigore dal 16 gennaio, anche l’asporto dopo le 18 sarebbe un vero e proprio colpo di grazia».
Le anticipazioni dei contenuti del nuovo Dpcm fanno emergere che si sta profilando una ulteriore stretta su specifiche attività economiche “colpevoli”, per il governo, di poter generare assembramenti e diffondere il contagio. «Una scelta iniqua – continua Gaggion – che penalizzerebbe in regione oltre 4 mila imprese artigiane 2.717 attività di ristorazione e cibi da asporto, 1.482 tra pasticcerie gelaterie e cioccolaterie. Bisogna intervenire dove ci sono gli assembramenti con controlli e sanzioni ai comportamenti scorretti – conclude il presidente – e i controlli vanno intensificati per disincentivare comportamenti scorretti».