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Condanna per l’episodio accaduto al Vescovo, ma Riva Vena non è il Bronx di Chioggia

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Il canal Vena è il canale centrale, il più pittoresco tra i tre che scorrono parallelamente attraversando e abbracciando il centro storico, da sud verso nord.
È il canale più tipico, più ancorato ai tempi che furono, quasi immutato, se non fosse per le luci dei negozi che progressivamente sono andate a spegnersi e i banchetti del mercato si siano dimezzati.
È qui che vengono ormeggiati i barchini, barche di piccola stazza, usate per lavoro e per la passione per il mare, amore che non può non coinvolgere tanti tra gli abitanti di questa magnifica città che con l’acqua vive in simbiosi.
La suggestiva Riva Vena percorre tutto l’omonimo canale dal ponte di Vigo a nord al Ponte Zitelle Vecchie a sud.
Un tempo era una via ricca di attività, di negozi e banchetti che si fronteggiavano, lasciando lo spazio ai passanti che, numerosi, accorrevano e si accavallavano per acquistare i prodotti freschi che in nessun altra parte sarebbero stati gustosi come qua, in Riva Vena.
Come ovunque nel tempo le cose sono cambiate, il tempo da dedicare alla spesa quotidiana si è ristretto e la clientela ha cominciato a rivolgersi al supermercato prima e al centro commerciale poi e, poco alla volta, i banchetti hanno iniziato a diradarsi lasciandone solo alcuni a mantenere la tradizione e il ricordo di un tempo.
Tante serrande hanno preso a chiudersi anche nei negozi prospicienti; d’altronde gente chiama gente, si dice, e, mancando la clientela per i banchi del fresco è cominciata a mancare la stessa anche per i negozi che con il fresco non avevano nulla a che fare.
Una strada che adesso sarebbe stata definita un “centro commerciale naturale” uccisa, forse, proprio dai centri commerciali.

A luci spente, in una città la vita cambia e dove prima c’era ricchezza, movimento, socialità, economia, voglia di dare il meglio, di progredire e di innovare, ora c’è l’abbandono.
A parte qualche attività storica che, imperterrita, rimane ancorata mantenendo il ricordo di ciò che la fondamenta rappresentava, e qualche nuova coraggiosa insegna, la Riva stenta a riprendere i fasti di un tempo, ancora molto lontani all’orizzonte seppur ci siano iniziative a riguardo.
Ma, se non bastassero la crisi, la pandemia e la lunga serie di difficoltà che un’attività commerciale si trova in questo momento ad affrontare, ci si mette il tentativo, da parte di alcuni, pochi, da contare sulle dita di una mano, di prevaricare, di abusare e di ostacolare chi ha voglia di fare bene.
Il titolare di una cicchetteria situata nella parte meridionale della Riva, verso il Ponte Zitelle, è stato ripetutamente vittima di un soggetto noto del quartiere. Proprio quel titolare che, da un anno, collabora con ASCOM, Associazione Commercianti, per tentare di rilanciare la zona e spingere nuova vita in questa riva oscurata e vittima dei tempi. Per portarsi al passo il lavoro da fare è molto, soprattutto per arginare i fenomeni di bullismo e di vandalismo che interessano l’area con sempre maggior frequenza. È lo stesso presidente ASCOM, Alessandro Da Re, a definire gravi gli episodi avvenuti negli ultimi giorni e preoccupante la situazione che si sta venendo a creare.
Recentissimi sono due episodi significativi, che hanno visto per protagonisti un gruppetto di individui ormai noti per gesta simili e per vittime un sacerdote e il Vescovo della Diocesi di Chioggia, Monsignor Tessarollo.
È partita da quest’ultimo una denuncia su Facebook, nella quale ha giudicato insicuro il centro di Chioggia, nella zona di Riva Vena nei pressi di ponte Zitelle, ritenendolo privo di controlli da parte delle forze dell’ordine e omertoso.

Nello sfogo, scritto giovedì pomeriggio, descrive il tentativo fatto il giorno prima da parte di giovani violenti, noti a tutti, di strappare la Sacra Bibbia dalle mani di un sacerdote di passaggio e gli insulti a lui rivolti il giorno stesso dagli stessi individui.
Prosegue lamentando la mancanza di controlli, giustificati dalla presenza di un’unica pattuglia che non può fare nulla e sottolineando il fatto che tutti sanno, tutti conoscono i responsabili, ma nessuno parla. Sostiene che non si è tutelati, ed è una vergogna.
Il post, scritto probabilmente in uno stato emozionale particolare, ha ricevuto molte manifestazioni di solidarietà ma anche critiche proprio per i toni adoperati, come quella espressa dal Sindaco Ferro che, pur manifestando una doverosa solidarietà per il fatto spiacevole subito, difende l’attività di sorveglianza svolta in fondamenta Riva Vena, dove ben 58 telecamere controllano la situazione, proponendo al Vescovo di sporgere regolare denuncia in modo che si possa effettuare il controllo delle registrazioni per poter perseguire i colpevoli.
In tutto questo l’attività di Ascom per il rilancio della zona non demorde, molti progetti storici e altri di nuova concezione sono in attesa di un’amministrazione che possa dare ascolto alle esigenze di un “quartiere” che necessita di nuova linfa per poter rinascere e poter sfruttare le innumerevoli potenzialità.

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