Il carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia è stato oggetto della visita delle commissioni provinciali seconda e sesta con gli assessori provinciali al Lavoro Paolino D'Anna e alle Attività produttive Lucio Gianni. Una vista guidata dalla direttrice Immacolata Mannarella, dal responsabile dell'area giuridico-pedagogica Ferdinando Ciardiello e dal comandante di reparto Lisa Brianese.
L'istituto di pena veneziano ospita una media di 330-340 detenuti, mentre gli spazi sarebbero modulati per accoglierne 168. E' definita “casa circondariale” che ospita cioè persone in attesa di giudizio e quelle condannate a pene inferiori ai cinque anni (o con un residuo di pena inferiore ai cinque anni). L'età media dei detenuti è di 40 anni, un terzo di loro sono italiani; i reati sono per la maggior parte dei casi spaccio di sostanze stupefacenti, a cui seguono furti e rapine. Nel carcere operano circa 100 volontari di cui una cinquantina in modo costante. Attivi sono anche diversi enti, associazioni e cooperative. Nel carcere vengono proposti corsi di alfabetizzazione per stranieri e licenza media, laboratori di serigrafia, stampa e artigianato.
Questo il bilancio dell'assessore Lucio Gianni: «Abbiamo apprezzato la disponibilità della direttrice e del personale che ci hanno spiegato la realtà attuale del carcere veneziano. Abbiamo constatato come sia ampio e lodevole l'impegno di tutto il personale carcerario. La conoscenza diretta è sempre la miglior cosa per poter poi agire anche concretamente».
Paolino D'Anna ha quindi aggiunto: «Abbiamo visitato tutti i reparti cogliendo le criticità presenti, come ad esempio il problema del sovraffollamento, ma anche quanto siano importanti gli apporti dei servizi come le cooperative di lavoro e il volontariato. La richiesta che ci è giunta dalla direttrice è quella di creare delle opportunità per i detenuti sotto l'aspetto lavorativo, un fattore che prenderemo in considerazione».
Raffaele Rosa
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[29/03/2013]