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Il segnale della capsula Schiaparelli è scomparso. I marziani l’hanno distrutta?

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Il segnale della capsula Schiaparelli è scomparso. I marziani l'hanno distrutta?

«Mancavano cinquanta secondi all’atterraggio su Marte quando il segnale della capsula Schiaparelli si è interrotto all’improvviso». Paolo Ferri, direttore delle operazioni al centro di controllo di Darmstadt, spiega con molta cautela gli ultimi passi della capsula che alle 16.49 doveva posarsi nella grande pianura Meridiani Planum, nell’Equatore marziano. Invece il silenzio ha avvolto Schiaparelli.

L’empasse della missione Exomars, dopo la prima curiosità – scientifica o meno – ha cominciato a generare anche l’ilarità del popolo del web che non perde occasione per sbeffeggiare chiunque.
Se il segnale della capsula Schiaparelli è scomparso, può essere che i marziani si sono visti arrivare questa e non l’hanno gradita distruggendola? Pensate quando manderemo lì in missione Donald Trump… e via dicendo.

Tornando a parlare seriamente, la spedizione Exomars dell’Agenzia spaziale europea Esa con le sonde TGO-Schiaparelli è la prima realizzata per sviluppare le tecnologie di sbarco che l’Europa ancora possiede. E per il momento si può definire un risultato parziale.

La buona notizia è che l’Europa ha un’altra sonda, la seconda, nell’orbita di Marte, il Tgo (Trace Gas Orbiter), che sta funzionando perfettamente; la notizia meno buona è che del lander Schiaparelli, che dovrebbe essere atterrato ieri, non si sa più nulla.

Non sappiamo ancora se Schiaparelli abbia toccato il suolo di Marte sano e salvo o se sia stato danneggiato durante la discesa: la risposta definitiva potrà arrivare soltanto quando i tecnici del centro di controllo della missione, che si trova in Germania, avranno completato l’analisi dei dati ricevuti dal Tgo e dalle altre due sonde che hanno registrato i dati di Schiaparelli durante la discesa.

E’ una lunga attesa, col fiato sospeso, ma comunque vada i responsabili della missione sanno che i dati sono salvi. Organizzata dalle agenzie spaziali di Europa (Esa) e Russia (Roscomos), la missione ExoMars ha visto un’importante partecipazione dell’Italia, con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), il mondo della ricerca e quello dell’industria, con Thales Alenia Space, Leonardo Finmeccanica e Telespazio.

Orgogliosa del contributo italiano è Stefania Giannini, ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca: “nell’attesa di sapere ulteriori notizie, dobbiamo essere orgogliosi del nostro contributo in questa missione”. Soddisfatto anche Mauro Moretti, amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica: “oggi è una giornata davvero importante e a bordo della missione c’è tanta alta tecnologia italiana. E questa è solo la prima parte, la prossima missione ExoMars 2020 porterà per la prima volta una trivella su Marte, un vero gioiello”.

Come ha osservato il direttore generale dell’Esa, Jan Woerner, quello di Schiaparelli è stato “un test di atterraggio”, il cui obiettivo era “raccogliere dati in vista della seconda fase della missione, nel 2020. I dati che saranno esaminati questa notte ci serviranno per sapere come fare atterrare con tecnologia europea il Rover su Marte.

E’ stata un’ottima decisione di andare per la prima volta con uno strumento di test”. Sulla stessa linea il presidente dell’Asi, Roberto Battiston, per il quale “questa sera abbiamo avuto un successo e un successo parziale”.

La sonda Tgo, ha osservato, “è stata un successo, era un pezzo importantissimo della missione e necessario per la seconda fase quella che porterà un rover nel 2020”; per il lander, ha aggiunto, “sappiamo che ha funzionato correttamente nella prima fase di ingresso e ha inviato i dati alle sonde che lo seguivano”.

Le prossime ore, forse i prossimi giorni potranno essere decisivi per ricostruire l’accaduto. “Siamo delusi e preoccupati, ma le notizie che abbiamo finora non vogliono dire nulla ancora sull’esito dell’atterraggio: potrebbe essere successo di tutto”, ha detto il responsabile delle operazioni di volo dell’Esa, Paolo Ferri. Al momento le ipotesi sono moltissime. La peggiore è il mancato funzionamento dei retrorazzi: in questo caso il veicolo avrebbe avuto un impatto violento sul suolo marziano. L’ipotesi ottimistica è invece che nelle ultime fasi dell’arrivo su Marte Schiaparelli abbia avuto un problema nel cambio di antenna, che era previsto dalla missione.

Mario Nascimbeni | 20/10/2016 | (Photo: repertorio, rendering Schiaparelli) | [cod mimaschi]

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