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Borseggiatori e borseggi a Venezia, se ne parla ma non si sa come uscirne

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Basteranno i cartelli affissi nei mezzi pubblici e negli imbarcaderi a scoraggiare i borseggiatori, basteranno le scritte, come dovranno essere evidenziate, con quali caratteri, si useranno colori accesi a mo’ di semaforo e soprattutto saranno utili allo scopo di respingere i furti?

Il problema è stato trattato in Comune dalle commissioni competenti presiedute da Enrico Gavagnin e non sono mancati toni accesi tra l’Assessore ai Trasporti Renato Boraso e i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, che rivendicano una politica più efficace, con specifici interventi, richiamati in una mirata interpellanza.

Quali parole usare per convincere i passeggeri a prestare attenzione alla borsa, a vigilare sulle loro cose? Come prevenire, sostanzialmente i furti e come favorire la comunicazione con vigili e forze dell’ordine, se necessario? I cittadini non distratti, si sa, fanno la loro parte, vigilano, osservano, riferiscono, ma, dicono i Cinque stelle, servono strumenti più efficaci sugli approdi e in aeroporto.

Sollecitano di ampliare la campagna del messaggio EnjoyRespectVenezia, con altri dispositivi a luminosità variabile intermittente, nei mezzi e nei pontili.
Potrebbe essere un deterrente per i borseggiatori, l’accerchiamento informativo e comunicativo, ma chissà se basta.

Forse si dovrebbero indagare le cause per meglio evitare gli effetti, capire chi è che ruba, perché, nessun cartello può evitare che avvengano gli scippi e quindi la polemica rischia di diventare un dialogo tra sordi rispetto una questione che richiede un’analisi approfondita della realtà in cui viviamo.

Realtà anche scomoda e spesso rimossa che certo non giustifica chi ruba, ma mette in evidenza due tre interrogativi? Si ruba per bisogno, per tendenza a delinquere? Per spregio verso gli altri? Si ruba perché in mezzo a folle di turisti, chi non ha niente coglie l’occasione che fa l’uomo ladro?

E quali parole usare, mettere nell’agenda della civiltà per convincere a non farlo? Ci vogliono più interventi polizieschi, più manette, più punizioni esemplari?
Le zone più colpite sono la Stazione ferroviaria, Piazzale Roma, Rialto e San Marco, gli approdi e l’interno dei mezzi acquei e automobilistici.

Spesso sono donne, ragazzini, quest’anno sono state fermate 82 persone e ne sono state arrestate 30, c’è chi dal Comune sollecita legittimità di espulsione per i borseggiatori stranieri, anche se il commissario Franzoi ha dichiarato che negli ultimi dieci anni il fenomeno è diminuito e i dati del Dipartimento del Ministero dell’Interno raccolti dal Sole 24 Ore, colloca al 19mo posto Venezia nella mappa italiana della criminalità.

Innegabile la realtà dei borseggi che richiede vigilanza personale e collettiva e ben vengano tutte quelle informazioni, quegli strumenti che il cittadino può utilizzare per essere vigile, per sapere come muoversi, cosa fare qualora se ne trovasse implicato, ma la realtà è sempre di più difficile lettura e forse attraversa ragioni che nessun cartello, nessun avvertimento possono raggiungere.

Andreina Corso

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