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Il giallo dell’uomo morto dopo aver denunciato una rapina

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Evidentemente il trauma fisico e psicologico subito è stato troppo forte per una persona anziana che di notte vede i rapinatori entrare in casa, legarlo, fare razzia di quel che han trovato, lasciandolo poi, a cose fatte, in uno stato di shock tale da non riuscire a chiamare subito la polizia e il fratello che pur abita vicino a lui.

Angelo Mainardi rimane così, seduto a terra e frastornato per ore, dopo l’irruzione dei tre malviventi incappucciati che gli hanno intimato di tirar fuori i soldi. Lo legano con una grossa corda a una sedia, mentre buttano all’aria tutto quel che c’è in casa, ma non trovano nulla. Sarà l’anziano a suggerire di guardare nel suo borsello dal quale sfilano duecento euro. Dopodiché lo slegano, raccolgono la corda e se ne vanno via.

Nella notte tra sabato e domenica si consuma la premonizione della sua morte. Il trauma vissuto lo racconterà più tardi ai carabinieri e al fratello, solo quando riuscirà a depositare la paura e a calmarsi. Si può solo immaginare la vicenda umana di un uomo che subisce un’aggressione in casa sua, di notte, in pieno centro, mentre a pochi passi il bar è ancora aperto e c’è tanta gente che ancora gira per strada, come ogni fine settimana, anche a Lorenzago, come altrove, in quel piccolo paese montano amato da Papa Giovanni Paolo II, che proprio là trascorreva le sue vacanze estive.

Angelo Mainardi ha raccontato che la porta non era chiusa a chiave, una consuetudine molto presente nei paesi di montagna, dove si vive il senso di una comunità coesa, e forse si è mantenuto quel codice di fiducia purtroppo tradito dai fatti e dai tempi. Ha detto di non essere stato picchiato e il medico che l’ha visitato, non ha ritenuto necessario, dopo un’accurata valutazione, trasferirlo all’osservazione del pronto Soccorso dell’Ospedale per ulteriori accertamenti. Sembrava stesse bene, cuore e pressione a posto, solo una piccola escoriazione ai polsi, procurata forse per cercare di liberarsi dalla corda e uno stato di agitazione e di paura che si è poi manifestato nel peggiore dei modi.
Questo signore anziano che ha lavorato per molti anni all’estero nelle gelaterie e che poi ha fatto il calzolaio, è morto dodici ore dopo l’aggressione.

Ora, al fratello settantaquattrenne, non resta che constatare che il il suo familiare sembrava aver ripreso le forze, che a pranzo ha mangiato e sembrava che il peggio fosse passato. Invece, quando ritorna a trovarlo, verso le 14.00, per controllare che tutto procedesse bene, lo trova esanime a terra e il medico che è giunto subito in casa non ha potuto far niente, oramai, per l’anziano.

Troppo tardi, la sua morte si trasferisce nel campo investigativo che i carabinieri della Compagnia di Cortina stanno svolgendo nella loro ricerca con i necessari sopralluoghi e testimonianze, anche in paese, per il riconoscimento dei responsabili e delle circostanze che hanno privato della vita, l’anziano calzolaio di Lorenzago del Cadore.

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