Il Superbonus 110% e le altre agevolazioni fiscali sugli interventi edilizi, prima tra tutte il bonus facciate che così grande successo sta riscuotendo a Venezia e negli altri centri storici del nostro territorio, si stanno rivelando un formidabile volano di attività e uno strumento per ridare fiato ad un settore, quello delle costruzioni che, grazie anche al suo vasto indotto, in questo momento è strategico per la ripresa economica dell’intero Paese.
Come Ance Venezia, associazione dei costruttori edili, abbiamo sempre sostenuto con forza la necessità di strumenti per una lotta efficace all’utilizzo indebito degli incentivi fiscali, ma ora non possiamo non esprimere la nostra preoccupazione per le modalità con le quali sono state introdotte le nuove norme del “Decreto antifrodi” (D.L. 157/2021), in vigore dal 12 novembre scorso.
L’introduzione dell’obbligo retroattivo del visto di conformità e dell’asseverazione della congruità dei costi anche alle iniziative in corso, ha provocato il blocco dell’operatività delle piattaforme che gestiscono le cessioni dei crediti d’imposta da bonus edilizi, gettando nella assoluta incertezza gli operatori e i contribuenti interessati dagli interventi agevolati. Né i chiarimenti forniti in questi giorni dall’Agenzia dell’Entrate possono considerarsi risolutivi.
Mentre prendiamo atto che, dopo giorni di blocco, le piattaforme stanno finalmente per tornare in funzione, rileviamo che manca ancora il decreto ministeriale sull’aggiornamento dei valori massimi dei prezzari ai quali dovranno attenersi gli asseveratori. Sul punto, come Ance Venezia ci siamo attivati con gli ordini professionali e i colleghi artigiani per avviare un agile tavolo di lavoro che in breve tempo possa integrare i prezzari nazionali con le voci riguardanti la specificità del lavoro nel centro storico: l’adesione immediata alla proposta ci conferma di aver colto nel segno.
Stiamo anche lavorando perché sia espressamente sancito che le banche possono acquistare i crediti derivanti dal bonus facciate anche prima dell’ultimazione lavori, dubbio che ancor oggi rappresenta un freno alla piena operatività della misura, malgrado le indicazioni in tal senso dell’Agenzia delle Entrate nelle sue Faq.
Malgrado le numerose incertezze, vogliamo ribadire di essere totalmente favorevoli a tutte le iniziative finalizzate alla prevenzione e al contrasto dell’utilizzo illecito dei bonus edilizi. Allo stesso tempo chiediamo chiarezza nell’applicazione delle nuove procedure operative, pena il perdurare del blocco delle attività.
Sempre a tutela del contribuente – ma anche per assicurare il raggiungimento degli obiettivi di efficientamento energetico (Superbonus 110%), consolidamento (sisma bonus), recupero (bonus ristrutturazioni) e abbellimento (bonus facciate) di un patrimonio immobiliare in massima parte obsoleto e non performante, ma, soprattutto nel territorio veneziano, spesso di grande pregio storico e artistico – crediamo che debba essere garantito che chi esegue i lavori possieda adeguata e specifica qualifica tecnica e professionale e organizzazione del lavoro per la realizzazione delle opere a perfetta regola d’arte e nel rispetto delle regole e della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Su questo fronte un dato apparentemente positivo, ma in realtà estremamente preoccupante, è quello per cui solo nell’ultimo anno in Veneto sono nate oltre 1.000 imprese di costruzioni in più, la maggior parte senza alcun dipendente.
Chiunque giri per Venezia vedrà, accanto a quelli delle imprese “storiche”, cantieri senza indicazioni o con cartelli di ditte sconosciute. Il pericolo che i lavori siano fatti male (imprese non qualificate) e in fretta (per via delle scadenze ancora poco chiare) comporta anche gravissimi rischi proprio in tema di sicurezza sul lavoro, un fronte dal quale nessuno mai può permettersi di distogliere la propria attenzione.
Giovanni Salmistrari
Presidente di Ance Venezia