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Aggiornamento Covid, Zaia: «Il 70% dei positivi non ha sintomi»

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Conferenza del presidente Luca Zaia, aggiornamento Covid

Ultimo aggiornamento regionale dalla sede della protezione civile di Marghera del presidente del Veneto Luca Zaia. Ad oggi ci sono 38 focolai in Veneto, 28 autoctoni e 19 importati. Un milione e 184 mila i tamponi effettuati. Il tampone è oggi l’unico strumento diagnostico. Dal 18 maggio, apertura dei bar, ristoranti e spiagge, Zaia precisa che i positivi sono aumentati di 875, ad oggi. Gli isolati sono 1153 in meno, in oltre due mesi. In 70 giorni i ricoveri da 541 sono passati a 114: 31 dei quali positivi. Le terapie intensive erano 51 al 18 maggio e sono 6, tutti pazienti negativi.

«Non bisogna abbassare la guardia», afferma Zaia, ricordando che è fondamentale rispettare le indicazioni: «uso della mascherina nei locali chiusi e dove ci sono assembramenti e igienizzazione delle mani: sono solo queste le indicazioni da dpcm nazionale e da ordinanze della Regione». In tutto i casi attualmente positivi in regione sono 734, 103 in provincia di Venezia. «Non siamo davanti a una situazione drammatica – afferma Zaia – Il 70 per cento dei positivi sono asintomatici (non sono all’ospedale), gli altri sono sintomatici o poco sintomatici. L’asintomatico viene messo in quarantena per noi, finché non si negativizza».

L’età del positivo si è abbassata ed è di 40 anni, in diminuzione di 20 anni rispetto alla scorsa primavera, e questo dato si distribuisce a livello nazionale. Per Zaia abbiamo avuto una riduzione dei focolai fino ai primi 10 giorni di luglio, poi c’è stato un aumento portato da casi extra europei. «Abbiamo tanti isolamenti perché il contact tracing (tracciamento dei contatti), cioè la ricerca del positivo e la ricostruzione delle relazioni per cerchi concentrici, ci porta a isolare molte persone. Nei centri estivi si va ad isolare fino a vedere dove sono stati i bimbi in vacanza. E, tamponi alla mano, per noi non è cambiato niente dall’emergenza di qualche mese fa».

C’è un un piano di sanità pubblica, che verrà presentato nei prossimi giorni. E c’è attesa dalla regione per la validazione del tampone rapido, quello coreano, se avverrà. «In autunno chiunque chiederà un tampone al primo colpo di tosse – dice Zaia – non è possibile fare tutto con i tamponi. Noi che siamo i più virtuosi siamo riusciti a fare un tampone ogni 5 abitanti in 5 mesi in regione, per testare tutto il Veneto al nostro ritmo servirebbero 5 anni».

Per l’indice Rt Zaia afferma che si cercherà di fare una distinzione tra persone provenienti da fuori e autoctoni per non mettere nel conto dei focolai interni quelli provenienti dall’esterno. È comunque attesa un’ordinanza in settimana, perché il Dpcm scade il 31 luglio e così anche lo stato di emergenza. «La sfida è tracciare i contatti, per questo è importante avere qualcosa che testa in maniera più rapida. Alla fine ci daranno un test che ci andremo a comprare autonomamente in farmacia. Non potrà restare una cosa strutturata la gestione dei contagi», dice Zaia. (A.G.)

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