Addio a Giuliana Grando, una persona grande e speciale, ma al tempo stesso amabile e disponibile, una di quelle che senza i clamori dei riflettori nobilitava la nostra città.
Psicoanalista con molteplici specializzazioni, grande risorsa contro il disagio individuale, pubblicamente invece impegnata nel sociale con mille energie per cercare di rendere il mondo un posto migliore.
Abbiamo avuto la fortuna di conoscere ed ascoltare la dott.ssa Grando in occasione dei corsi dell’Ordine dei Giornalisti che aveva avuto la felice intuizione di fare luce su vari aspetti psicologici del sociale ed era stato un arricchimento impagabile.
Ne era nata “un’amicizia” spontanea e gratificante che ad ogni discussione portava letteralmente ad un miglioramento per ciò che restava dal dialogo.
Giuliana aveva inoltre, tra le altre qualità, la capacità di spiegare la sua materia riuscendo a farsi capire da chiunque, con una semplicità nel far arrivare il messaggio che è una dote che appartiene ai grandi. Ed alla fine, nelle sue parole c’era ciò che meritava di restare su cui riflettere davvero.
Il suo curriculum racconta che la sua formazione è avvenuta tra Milano, Parigi e Bruxelles; membro della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi e della Scuola Mondiale di Psicoanalisi, docente incaricato dell’Istituto Freudiano, già supervisora clinica del Centro Antiviolenza del Comune di Venezia, come psicoterapeuta si è occupata per molti anni delle patologie al femminile, di disturbi alimentari, violenza familiare e di coppia, e di problemi legati all’identità di genere.
Ha curato i volumi “La scoperta dell’Anoressia” (Bruno Mondadori); “Nuove schiavitù, Forme attuali nella dipendenza” (FrancoAngeli); “Devastazione e masochismo femminile” (FrancoAngeli), ed ha contribuito con i suoi articoli a numerosi testi e riviste scientifiche di ambito psicoanalitico.
La redazione si unisce al cordoglio alla famiglia per la sua scomparsa che rappresenta oggi una grande perdita per tutti.
sono stato amaramente scosso e incredulo di una tale imperdibile perdita, vorrei tanto che venisse ricordata nel tempo con qualcosa di vivo. Si puo dire che ero amico di Giulia da una vita. Ora non ci sono strette di mano con i gomiti ma un virtuale abbraccio fraterno. Da Basilea Andrea Pagnacco