Dal fortunato Gratta e Vinci all’incubo della rapina: la storia di un uomo di Torino che, grazie alla vincita, si è comprato una bella casa e ha avviato un nuovo lavoro. Si può riassumere così la vicenda di un giovane diventato imprenditore a Torino. Dopo aver vinto cinque milioni di euro, ha deciso di concedersi alcuni piaceri, comprando una bella casa e rilevando una piccola ditta di trasporti. Tuttavia, la sua fortuna ha attirato l’attenzione dei ladri. Negli ultimi mesi, il giovane imprenditore è stato infatti vittima di due rapine, l’ultima delle quali ha visto una banda di sconosciuti fare irruzione nella sua villa di Torre Pellice, portando via un bottino di oltre 600.000 euro. Dopo un’indagine lunga e laboriosa, oggi però i carabinieri sono riusciti ad arrestare tre persone, tra cui un romeno, una romena e un moldavo.
Molti si chiedono come la banda abbia saputo della fortuna del giovane imprenditore. Alcuni testimoni rivelano che egli parlava liberamente della sua vincita, ricevendo anche richieste di denaro. Tuttavia, l’imprenditore non stava conducendo una vita da nababbo e stava ancora lavorando e investendo nella sua nuova azienda. E l’ultima rapina è stata traumatica per la coppia, che è stata affrontata da tre persone armate all’ingresso della loro villa. I rapinatori, sotto minaccia di morte, hanno portato via lingotti d’oro, preziosi, orologi, contanti e persino oggetti di poco valore come penne stilografiche e bottiglie di champagne. Unico indizio: gli investigatori hanno sempre ritenuto che i rapinatori avessero ricevuto informazioni precise su quello che stavano cercando.
Ed è su questo episodio che i carabinieri, dopo un’indagine lunga e laboriosa, hanno chiuso il cerchio la scorsa settimana arrestando tre persone: un romeno di 38 anni residente in provincia di Torino, una romena di 31 anni abitante del capoluogo piemontese, un moldavo di 37 anni gravitante nella zona di Padova. Un quarto uomo, quarantanovenne, anche lui moldavo, era stato fermato già il giorno dopo il colpo. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Elena Deambrogio, Rosalba Cannone, Benedetta Perego e Cesare Vanzetti; davanti agli inquirenti qualcuno ha scelto di non parlare, altri hanno respinto le accuse, altri ancora hanno fornito racconti giudicati inattendibili.
Almeno questi sono stati presi.