Carnevale di Venezia 2023 partito… ma non è che la partenza abbia entusiasmato tutti. Una coppia con due bambine piccole ci ferma domenica sulla strada per San Zaccaria: “Scusi, dov’è il Carnevale di Venezia?”.
In questa domanda c’è un po’ tutto.
“Guardi, vada sul sito ufficiale, veda il programma e participi agli eventi che ci sono, è la cosa migliore”. Il giovane ci ringrazia ma un senso di incompletezza ci è rimasto.
E’ vero che per l’ “Opening” (perché non si può chiamarla apertura, poi…) a Venezia sono arrivate 45.000 presenze, ma quante di queste sono rimaste… come dire, un po’ deluse?
Chi si ricordava la grande Festa sull’acqua del Rio di Cannaregio degli anni scorsi sarà rimasto… perplesso, per così dire. Rende forse l’idea la definizione data da un signore di Castello domenica mattina: “Un sorze co’ 4 barche…”. Le barche del corteo erano senz’altro di più, ma il confronto con gli anni scorsi oggettivamente non regge.
Il Gazzettino questa mattina scriveva: “Scatenati i veneziani, che si sono sentiti oltraggiati nella memoria e nella tradizione da una parata di animali in cartapesta, finte barche e una Venezia da scenografia. Lontani, è stato scritto, i tempi dei Carnevali autentici, della commedia dell’arte, dei teatri, della grande partecipazione di una città che oggi ha perso residenti e fatica a tenere il filo della tradizione, sacrificata a uso e consumo del turismo”.
E il termometro della situazione sta anche nei commenti giunti alla nostra redazione. Per citarne un paio tra i molti pervenuti (e non tra i peggiori):
“Ieri sera é stata una cosa squallida, inutile e imbarazzante per le migliaia di persone che hanno atteso per ore sulle rive al gelo. Una sola chiatta illuminata con un po’ di comparse che si muovevano senza un minimo di coreografia. Una pacchianata! Poi tutti si aspettavano un seguito di almeno qualche altra barca che non c’è stato. Non chiamatela parata! Una miseria mai vista! Ma tanto i turisti vengono lo stesso e dei residenti se ne fregano tutti!”, dice un nostro lettore che si firma “Shark”.
“Confermo! Na pacchianata senza testa ne coda…”, dice Manuela.
“Confermo! Uno spettacolo, se così si può definire, assolutamente avvilente che non meritava l’attesa al freddo! Era meglio non annunciarlo come un grande evento… Se Il buon giorno si vede dal mattino prepariamoci ad uno dei Carnevali più tristi mai visti, che sicuramente non rimarrà nella storia di questa abusata città…”, dice invece un lettore che si firma “Sincero”.
Il Carnevale di Venezia ha comunque tempo fino al 21 febbraio per rialzare la testa e recuperare qualità. D’altra parte la squadra che ne cura l’organizzazione fa questo lavoro almeno da una decina d’anni: non può non meritare la fiducia di tutti.
Come si può pensare al Carnevale se ti guardi attorno ? non sapiamo che fine faremo, del domani non c’è certezza, la gente è più interessata al festival di San Remo, è più interessata a sapere se Fedez sia gay o maschio, ho letto di persone che da almeno un’anno stanno lavorando al vestito che indosseranno a Venezia, qui il modo sta per finire e non è di nostro interesse, 50 mila persone sono andate davanti al Creatore vestite come fosse carnevale, nel cuore della notte, e voi vi preccupate di sapere se e dove ci saranno le feste, ma siate seri, il carnevale lasciato in pace. Presto arriverà il Mercoledì delle Ceneri, siete pronti a mangiare pane e aringhe affumicate ? forse per sempre.
il carnevale e’ morto da piu’ di di 20 anni a Venezia
Pochi o tanti, riescono a rompere lo stesso ! Per esempio con musiche e strepiti a volume esagerato anche in campi piccolissimi. Ma andate a Viareggio…
Premesso che il carnevale mi lascia indifferente dal 1981, sono 10 anni e più che il carnevale è scadente. Dopo 2 anni di salto del coviddi, salta ancbe il terzo e la manifestazione potrebbe definitivamente levare le tolle, lontani i tempi degli sponsor milionari. La cosa mi rende felice, non leggo il gazzettino ed evidentemente non sono tra quelli che sono preoccupati per la tradizione, però mi interrogo su come una giunta come quella veneziana, composta da importanti proprietari di storiche pasticcierie, possa prendere cantonate del genere
Forse troppo pochi soldi pubblici e troppo tanti soldi in casse private.
Ma cmq, definitivamente, chissene davvero.
Qualche giorno fa ho letto, completamente basita, della novità virtuale, nata dal progetto e dalla collaborazione fra Comune di Venezia, Vela e Pwc. Ora la Pwc, acronimo di PricewaterhouseCoopers, è una multinazionale di servizi professionali, consulenza e revisioni di bilanci. Ma Vela annovera fra i suoi soci il Comune di Venezia ed Avm, altra società del Comune di Venezia stesso, rendendo il pacchetto del Carnevale Virtuale un “fully branded” Comune di Venezia. Mi chiedo con quali soldi sia stato posto in atto tale progetto, se dai proventi di Imu, Imposte comunali, addizionali regionali o comunali o sia semplicemente frutto di uno sponsor privato. In ogni caso, la destinazione d’uso di tali importo, non certo di ordine di cifra banale, poteva essere destinato diversamente, su progetti ben più utili alla nostra società ed ai nostri giovani. Rimango basita anche di come nessuno dei nostri grandi portavoci, che tanto fanno per mettersi in mostra pro-Venezia, non abbiano minimamente protestato per questo spreco destinato ad una sublime idiozia virtuale. Ma cosa vi è saltato in mente di lanciare un ulteriore rimbambitore-sociale? Magari potevate darlo in bocca alla ferragni (volutamente in minuscolo). Non ne avevamo abbastanza? Mancava proprio quello made in Venice? Ma dai! Vergognatevi a disperdere così i nostri soldi che vi diamo con tanto sudore di fronte!