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“Vie di fuga. Sogni e strade di ciclisti che se ne vanno”: il “collettivo Bidon” presenta il suo nuovo libro

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Il ciclismo è in qualche modo l’arte della fuga e non esiste italiano che una volta nella vita non si sia esaltato o commosso guardando in TV un doloroso exploit solitario durante il Giro o il Tour: terreno di conquista e grandi imprese, ma soprattutto di fatica e sogni infranti, le fughe animano il ciclismo fin dalla sua nascita.
E’ di questo che si parlerà alle 18 di venerdì 26 ad Eroica Caffè assieme al collettivo Bidon, che presenterà il suo nuovo libro “Vie di fuga. Sogni e strade di ciclisti che se ne vanno”.

Il libro è una raccolta di racconti di vari autori, tra cui Enrico Brizzi, Marco Pastonesi e Gino Cervi. E, last but not least, il professionista Alessandro De Marchi che, nei suoi “Appunti di viaggio di un fuggitivo”, racconta le sue storie di rumba e di campanili.

A Eroica Caffè, casa dei ciclisti padovani e non solo, saranno presenti Filippo Cauz e Leonardo Piccione, fondatori del progetto Bidon. Ad affiancarli Stefano Rizzato, inviato in corsa della Rai al Giro d’Italia.

Non c’è corsa ciclistica in cui qualcuno, a un certo punto, non vada in fuga: e per un ciclista andare in fuga significa mettere il cuore nelle gambe e dare quell’accelerata in più, giocandosi la giornata o la carriera.
“Vie di fuga. Sogni e strade di ciclisti che se ne vanno”, edito da People edizioni, è un omaggio a questi ciclisti,
e parla di fantasia, di fegato, di vocazione, e poi di libertà, evasioni, osterie, riscatti, rimpianti, sorpassi, “sportellate” e ripartenze.
Perché “in ogni competizione ciclistica c’è almeno un corridore che sceglie di trascorrere un po’ di ore al vento, all’avanguardia, anticipando l’inesorabile sopraggiungere del gruppo. Una scelta talvolta spiegabile ma il più delle volte misteriosa, giacché i fuggitivi non vincono quasi mai. Eppure ci sono sempre, da sempre”.

Il collante del libro è “Bidon – Ciclismo allo stato liquido”, una piccola officina letteraria di paese, nata nel 2016 da un’idea di Leonardo Piccione e Filippo Cauz.

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