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Airbnb: forse altri sequestri, ed ora tremano i proprietari delle case

Dubbi che emergono: il ruolo di "Sostituto d'imposta" è dei portali, ma la "cedolare secca" la deve comunque versare il proprietario...

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Airbnb ha subito un maxi sequestro di oltre 779 milioni e 453 mila euro eseguito dalla Guardia di Finanza di Milano. Il provvedimento è stato preso per l’accusa di frode fiscale dalla procura di Milano per mancato pagamento delle tasse, ed ora si apprende che potrebbe che potrebbe non essere l’unico.

Potrebbe infatti estendersi anche al 2022 e al 2023 l’inchiesta su Airbnb Ireland Unlimited Company che ha portato a sequestrare oltre 779 milioni di euro, cifra pari al calcolo del mancato pagamento della cedolare secca su quasi 4 miliardi di euro di canoni corrisposti per gli affitti brevi tra il 2017 e il 2021. Inchiesta nella quale, accanto all’omessa dichiarazione dei redditi, potrebbero aggiungersi anche il riciclaggio e l’autoriciclaggio.

All’indomani della notifica del provvedimento da parte della Gdf all’avvocato Fabio Cagnola, nominato dalla costola irlandese del colosso statunitense che offre la piattaforma per affittare appartamenti e ville in tutto il mondo, ieri è stato il giorno di videocall e riunioni tra i vertici e i consulenti della società per mettere a punto la strategia da seguire. La scelta è o saldare il conto con il Fisco italiano o andare avanti con il braccio di ferro nella convinzione che non le competa l’onere del versamento della ritenuta del 21 per cento.

Secondo gli approfondimenti effettuati dalle Fiamme Gialle in seguito a una verifica fiscale, per i pm Cristiana Roveda, Giancarla Serafini e Giovanni Polizzi e per l’aggiunto Tiziana Siciliano, Airbnb ha un ruolo di “sostituto di imposta” e quindi era ed è tenuta a provvedere al pagamento al posto dei proprietari degli immobili.
Ruolo certificato pure dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e dal Consiglio di Stato ma che il gruppo, nonostante i giudici Ue e italiani gli abbiano dato torto, finora ha disconosciuto.

Eppure, da quanto trapelato, ha assicurato collaborazione per l’esecuzione del provvedimento di sequestro preventivo e ha manifestato l’intenzione di fornire le indicazioni su quali forzieri esteri rintracciare la somma “monstre” che per l’accusa avrebbe evaso. A questo proposito le Fiamme Gialle, sempre ieri, hanno anche effettuato acquisizioni di documenti per individuare i conti, in particolare irlandesi e californiani, sui quali andare a congelare quei quasi 800 milioni di euro di presunti profitti illeciti.

Oggi, intanto, è fissata una riunione tra pm, investigatori del Nucleo di polizia economico finanziario della Gdf e Agenzia delle Entrate per fare il punto della situazione e discutere delle prossime mosse che potrebbero dunque portare ad ampliare il quadro delle accuse e le novità sarebbero sostanziali.

Tenuto conto che un mese fa si è concluso l’accertamento fiscale e la “politica aziendale”, ha scritto il giudice nel decreto, “non è mutata, come confermato dal protrarsi dell’omissione” del versamento delle imposte “anche negli anni successivi a quelli di verifica”, qualche novità è senz’altro in arrivo e ora il timore dei proprietari delle case è che la piattaforma decida di rivalersi su chi inseriva gli annunci e riceveva gli importi degli affitti, detratta la commissione del portale. E’ di questi ultimi la corsa, nelle ultime ore, ad esperti e giuristi per capire i risvolti delle regole contrattuali contratte per le inserzioni inserite.

L’inchiesta milanese su Airbnb è una delle molte avviate da inquirenti e investigatori su piattaforme e sulle cosiddette “big tech” e che si sono succedute negli anni.
Tra queste, una delle più recenti è quella su Booking, caso che invece ha portato ad un accordo con il Fisco.

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5 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Esatto, come al solito si fa’ di tutta l’erba un fascio. Negli affitti brevi puoi scegliere tu se pagare la cedolare secca oppure con l’IRPEF, come ad esempio i sublocatori,. E poi ci sono quelli che non hanno mai versato nulla.

  2. Vedo molta confusione su questo argomento: si parla indifferentemente di affitti brevi e b&b, che non sono la stessa cosa. Io sono titolare di b&b e pago l’Irpef a seconda degli scaglioni di reddito, per “redditi diversi”, non soggetti alla cedolare secca. Mi risulta comunque che la stessa sia un’opzione, non
    un obbligo. Non è così?

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