E’ purtroppo un segno di questo tempo constatare che sono sempre i più deboli, i più indifesi a soccombere.
Gli anziani sono un bersaglio facile per i truffatori, per chi riesce ad approfittare della loro buonafede.
In queste giornate i dati del 2014 emersi da una ricerca della Confartigianato confermano che nella nostra provincia sono oltre 4700 gli anziani vittime di furti e Venezia si colloca al primo posto, con 557 vittime, lasciando attonita e umiliata una città celebrata per la sua unicità e per la dimensione umana che rappresenta nel mondo.
Che fare? C’è chi pensa ad un vademecum, come L’Anap di Confartigianato Imprese Veneto, che raccomanda una serie di precauzioni da trasmettere agli anziani, che sollecitano la persona a diventare diffidente, a segnalare subito alla polizia o ai carabinieri una situazione di pericolo, ma forse l’indagine dovrebbe interessare soprattutto il “come vivono gli anziani e con chi”.
Non è possibile scindere dl fatto che tanti, troppi anziani vivono soli, che sono abitudinari, che chiunque può seguirli ogni giorno, conoscerne i movimenti, sapere quando vanno a riscuotere la pensione…
Forse, come diceva Norberto Bobbio in suo libro “Eutanasia da abbandono”, una rete di solidarietà familiare e amicale potrebbe prevenire, almeno in parte, la violenza su di loro e anche le istituzioni, imitando il mondo del volontariato, potrebbero prevedere accompagnatori, qualche visita nelle abitazioni per capire lo stato d salute e perfino di solitudine dei protagonisti della terza e quarta età.
“Peccato”, diceva Bobbio – che un “vecchio” non riesca più a far parte della famiglia e che talvolta per sentirsi accudito e per non rischiare di essere rapinato e ingannato, se ne vada nel posto ultimo: la casa di riposo.
Andreina Corso
17/10/2015
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