Veneto: +704 casi e preoccupazione per un cluster nato durante un matrimonio. Ciò nonostante il presidente della Regione Veneto non sembra preoccupato, o comunque non vede la necessità di ulteriori misure restrittive: “Io tifo per la scuola aperta…” e poi: “Lockdown? sarebbe una sconfitta”.
Sono numeri ritenuti ‘sotto controllo’ quelli di ospedali e rianimazioni in Veneto, anche se la seconda ondata del Covid sembra numericamente una riedizione della prima: +704 contagi e 7 vittime in un solo giorno, cioè i dati più alti (nei positivi) di marzo-aprile.
Il sistema sanitario regge, e questo è il mantra del governatore Luca Zaia.
Sul totale dei contagiati dal coronavirus, il 97% non ha sintomi, e ciò fa la differenza tra fase attuale dell’epidemia e la precedente quando metà degli infetti finiva in ospedale.
Tuttavia la pressione si sente.
Con i 600 casi di giovedì e i 704 di oggi il conteggio è cresciuto di oltre 1.300 positivi in 48 ore. Sale anche la casistica dei morti, 2.244.
La nuova fiammata del virus si riverbera appena nei bollettini degli ospedali: nei reparti non critici ci sono 396 pazienti (+21), nelle rianimazioni 47 (+2).
Quest’ultimo dato impatta per il 10% sulla dotazione base, 464 posti, delle terapie intensive del Veneto.
Intanto scoppiano nuovi mini-focolai. Un cluster con 22 persone positive al Covid-19 è il risultato di una festa di matrimonio
nel trevigiano, mentre il 10% di un gruppo di 500 lavoratori di un’azienda è risultato al virus.
Sul tema centrale del dibattito – chiudere oppure no il Paese una seconda volta – Luca Zaia sta con chi crede non serva un nuovo lockdown. “Non porto avanti idee di lockdown perchè sarebbe una sconfitta – dice – Vorrebbe dire avere ospedali al collasso, molte vittime, sarebbe ammettere che qualcosa è andato storto nel piano di prevenzione”.
Non esclude invece la validità di lockdown ‘chirurgici’, come è stato anche in Veneto in alcuni comuni
del Comelico.
Infine il presidente veneto cerca di fare chiarezza sul tema scuola: “Tifo perché la scuola rimanga aperta e non perché si chiuda – spiega – Sono stato criticato perché ho posto una questione. Il tempo sarà galantuomo e vedrete come andrà a finire. Si andrà lì: con la didattica a distanza, la didattica a vista, con le turnazioni, ovviamente per gli studenti che possono autogestirsi una parte di giornata senza i genitori”.