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Vaccino anti-Covid: arrivato ora in Italia furgone con prime dosi

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Vaccino anti-Covid: arrivato ora in Italia. Senza disguidi né imprevisti il furgone con le prime dosi di vaccino è giunto nel nostro Paese.
Il furgone è arrivato poco fa alla frontiera del Brennero, proveniente dal Belgio.
Il mezzo di trasporto contiene le prime 9.750 dosi del vaccino anti-Covid di Pfizer-Biontech destinate all’Italia. Secondo quanto appreso dall’Ansa il furgone è scortato dai carabinieri.
Il mezzo si dirigerà ora all’ospedale Spallanzani di Roma.
Il vaccino anti-Covid è considerato il vero regalo di Natale di questo 2020 così martoriato.
Maria Teresa Castellini, uno dei medici di turno in questa festività in uno dei reparti con malati Covid all’ospedale di Cremona, racconta: “I pazienti purtroppo non possono vedere i loro cari, e fra noi operatori c’è molta stanchezza. Speriamo solo che Natale ci porti un anno migliore”.
Lei è una dottoressa specialista bresciana di 34 anni. “Il vero regalo di Natale sarà il vaccino. Speriamo che si riesca così a uscire dalla pandemia. In ospedale la campagna vaccinale inizia il 27 dicembre, io mi sono subito segnata per farlo, senza alcuna esitazione. Spero che tutti gli operatori sanitari si vaccinino: è stato realizzato in poco tempo, ma è stato testato e approvato dalle varie agenzie del farmaco. Da medico, mi fido della ricerca scientifica”.
“A inizio dicembre erano circa 80 i ricoverati con il Covid, adesso

fortunatamente sono meno della metà. Negli ultimi giorni da qui vediamo un calo, ma – avverte Maria Teresa Castellini – bisognerà aspettare gli effetti degli ultimi giorni di zona gialla prima delle feste. E’ una situazione da tenere sempre sotto attento controllo”.
Gli ultimi dieci mesi hanno segnato la vita di molti operatori sanitari. “Ci siamo trovati davanti una patologia nuova, sconosciuta, e ognuno ha dato il massimo, in scienza e coscienza – racconta la dottoressa, specialista di Medicina interna -. Si è evidenziato l’aspetto deontologico del nostro lavoro, la capacità di fare il meglio senza avere grosse basi”.
Molti medici e infermieri, inoltre, hanno dovuto fare i conti in prima persona con il virus. “Io sono stata fortunata, non mi sono ammalata, ma pur usando sempre i dispositivi di protezione c’è la paura di infettarsi e trasmettere il Covid ai nostri cari – spiega il medico -. Abbiamo passato momenti difficili: Cremona è al confine con il Lodigiano dove la pandemia è esplosa a fine febbraio. All’inizio tutto l’ospedale era Covid. Ora c’è molta stanchezza fra gli operatori, tanta voglia di uscirne, speriamo nel vaccino”.
Intanto, guardandosi indietro, resta anche qualche ricordo piacevole. “Nella prima ondata abbiamo avuto un paziente cinquantenne che, nonostante buone condizioni generali di salute, ha avuto una polmonite tremenda, grave – ricorda la dottoressa dell’ospedale di Cremona -. L’ha superata e poi ha composto una canzone dedicata a noi medici e infermieri. Con i proventi del cd, ha acquistato quattro carrozzine per l’ospedale. Un bel gesto di riconoscenza”.

(Rip.)
Vaccino anti-Covid: arrivato ora in Italia. Senza disguidi né imprevisti il furgone con le prime dosi di vaccino è giunto nel nostro Paese.
Il furgone è arrivato poco fa alla frontiera del Brennero, proveniente dal Belgio.
Il mezzo di trasporto contiene le prime 9.750 dosi del vaccino anti-Covid di Pfizer-Biontech destinate all’Italia. Secondo quanto appreso dall’Ansa il furgone è scortato dai carabinieri.
Il mezzo si dirigerà ora all’ospedale Spallanzani di Roma.
Il vaccino anti-Covid è considerato il vero regalo di Natale di questo 2020 così martoriato.
Maria Teresa Castellini, uno dei medici di turno in questa festività in uno dei reparti con malati Covid all’ospedale di Cremona, racconta: “I pazienti purtroppo non possono vedere i loro cari, e fra noi operatori c’è molta stanchezza. Speriamo solo che Natale ci porti un anno migliore”.
Lei è una dottoressa specialista bresciana di 34 anni. “Il vero regalo di Natale sarà il vaccino. Speriamo che si riesca così a uscire dalla pandemia. In ospedale la campagna vaccinale inizia il 27 dicembre, io mi sono subito segnata per farlo, senza alcuna esitazione. Spero che tutti gli operatori sanitari si vaccinino: è stato realizzato in poco tempo, ma è stato testato e approvato dalle varie agenzie del farmaco. Da medico, mi fido della ricerca scientifica”.
“A inizio dicembre erano circa 80 i ricoverati con il Covid, adesso

fortunatamente sono meno della metà. Negli ultimi giorni da qui vediamo un calo, ma – avverte Maria Teresa Castellini – bisognerà aspettare gli effetti degli ultimi giorni di zona gialla prima delle feste. E’ una situazione da tenere sempre sotto attento controllo”.
Gli ultimi dieci mesi hanno segnato la vita di molti operatori sanitari. “Ci siamo trovati davanti una patologia nuova, sconosciuta, e ognuno ha dato il massimo, in scienza e coscienza – racconta la dottoressa, specialista di Medicina interna -. Si è evidenziato l’aspetto deontologico del nostro lavoro, la capacità di fare il meglio senza avere grosse basi”.
Molti medici e infermieri, inoltre, hanno dovuto fare i conti in prima persona con il virus. “Io sono stata fortunata, non mi sono ammalata, ma pur usando sempre i dispositivi di protezione c’è la paura di infettarsi e trasmettere il Covid ai nostri cari – spiega il medico -. Abbiamo passato momenti difficili: Cremona è al confine con il Lodigiano dove la pandemia è esplosa a fine febbraio. All’inizio tutto l’ospedale era Covid. Ora c’è molta stanchezza fra gli operatori, tanta voglia di uscirne, speriamo nel vaccino”.
Intanto, guardandosi indietro, resta anche qualche ricordo piacevole. “Nella prima ondata abbiamo avuto un paziente cinquantenne che, nonostante buone condizioni generali di salute, ha avuto una polmonite tremenda, grave – ricorda la dottoressa dell’ospedale di Cremona -. L’ha superata e poi ha composto una canzone dedicata a noi medici e infermieri. Con i proventi del cd, ha acquistato quattro carrozzine per l’ospedale. Un bel gesto di riconoscenza”.

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