Unione Venezia calcio oggi deve presentare alla Covisoc l’attestazione di avvenuto pagamento degli stipendi, ritenute e contributi fino allo scorso mese di aprile.
Un documento, questo, che la squadra non può presentare dato che sono quattro mesi che non versa gli stipendi nè ai tesserati nè ai dipendenti.
Le conseguenze? Se si riuscisse a mantenere la permanenza in Lega Pro, partirebbe con dei punti di penalizzazione.
Unione Venezia calcio ha creduto alle rassicurazioni di giugno di Korablin (foto) ed ha aspettato inutilmente da quel 8 giugno: da lui poi solo silenzio e dai suoi collaboratori solo risposte evasive.
Ed il 30 giugno dovrà essere presentata la domanda d’iscrizione al campionato con le tasse e la fideiussione di 400 mila euro, a cui ci si deve aggiungere il budget finanziario di avvenuto pagamento degli stipendi: situazione vicina al default.
Quello che è certo è che molto presto l’Unione Venezia non sarà più di proprietà dei russi. Lo stesso Korablin ha mandato un professionista per cercare di vendere la squadra.
Tre, ad ora, gli interessati: un filone straniero, uno veneto (forse vicentino) e uno prettamente veneziano. Di quest’ultimo potrebbe farne parte Vincenzo Marinese, già una volta presidente del Venezia, con Poletti e Brugnaro.
Chi si farà avanti dovrà accollarsi il debito di 1,5 – 1,7 milioni di euro, più le cifre per partecipare alla Lega Pro?
La soluzione più facile sarebbe quella di far morire la squadra e ripartire da zero, dalla serie D.
♦ leggi anche:
Calcio Venezia: poche ore al default. Appello agli imprenditori per l’Unione
Sara Prian
25/06/2015
Riproduzione vietata