Marco Pannella, malato ma non piegato, ha ricevuto nella sua casa a Roma la visita del ministro Orlando e di un gruppo di detenuti che hanno voluto portare la loro attestazione di affetto e di stima nei confronti di un uomo instancabile e generoso, una colonna nel sorreggere i diritti dei più deboli.
La sua propensione all’attuazione del diritto di tutti e di ognuno, della libertà di coscienza e della cultura della conoscenza, ha una storia lunga e difficile da ripercorrere per la complessità insita nelle battaglie di civiltà che Pannella e i radicali hanno saputo imprimere nel nostro Paese. Storie spesso travagliate, talvolta conflittuali, che hanno visto questo Uomo lottare instancabilmente, stare accanto e con i più deboli. Un intellettuale che ha voluto analizzare e promuovere iniziative che hanno tentato sempre di coinvolgere le istituzioni. I percorsi di vita con l’occhio e il cuore rivolti al mondo del carcere, il suo recepire la sofferenza altrui, ed esserci con quel dolore, ci racconta proprio adesso, che ammalato e non vinto, che di uomini come Lui l’Italia è affamata, anche se in fondo la Sua personalità fa paura, per il confronto che molti politici e non solo, non potrebbero reggere, uscendone schiacciati sul piano culturale ed etico.
A lungo ingiustamente ignorato, dalla sua casa romana ha ricevuto il dono di una visita che lo ha fatto felice e che gli ha permesso di riaffermare il suo auspicio e la speranza per un mondo più giusto.
Andreina Corso
29/03/2016
(cod panne)