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Tra Messico e Brasile, chi ha vinto? La paura della gara 17

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Tra Messico e Brasile, chi ha vinto

Organizzare questo Mondiale e parteciparvi da organizzatori non è cosa semplice. Chiunque si aspetta che i carioca vincano a mani basse la Hexa, la sesta Coppa del Mondo, proprio come un atto dovuto, così la pressione (e lo stress) provocano sorprese.
Tra Messico e Brasile, chi ha vinto? Il condizionamento psicologico.

Una pressione enorme, oltre agli avversari ben messi sul campo, hanno bloccato il Brasile di Felipe Scolari, incapace ieri sera di andare oltre lo 0-0 contro il Messico.

Chi aveva detto che sarebbe stata una passeggiata per il Brasile? La qualificazione agli ottavi non è per niente scontata, in attesa di capire oggi che cosa accadrà in Croazia-Camerun.

Tra Messico e Brasile, chi ha vinto? La mancanza di serenità, tanto da rendere irriconoscibile i fenomeni: il gioco non c’è, proprio il giorno in cui il Messico si conferma osso duro per il Brasile.

Alla fine sarà 0-0, al quale ha senz’altro contribito il portiere messicano Guillermo Ochoa, 29 anni, con le sue parate, ma questo non basta a giustificare il pareggio senza gol e con poche idee della Seleçao.

Meglio il prologo della prima parte di gara, in uno stadio tutto colorato: non soltanto il giallo delle magliette brasiliane, ma sulle tribune anche enormi macchie rossoverdi dei tantissimi tifosi della Tricolor, arrivati fino al Castelao. La gente ha risposto all’appello di Thiago Silva e come un anno fa (meno due giorni, 19 giugno 2013) ha cantato a cappella l’ultima parte dell’inno per spingere la Seleçao, in un’atmosfera di grande suggestione, che ha fatto piangere Neymar.

Il Brasile con Hulk in panchina per Ramires, poi sostituito da Bernard, si vede subito che non è in serata: fatica a trovare il gioco, non è capace di trovare il ritmo e lo spirito della battaglia non aiuta vista la serie di falli che frammenta il gioco.
I carioca sono stati ieri una squadra lunga, in difficoltà contro la linea difensiva messicana sempre compatta e pronta alle ripartenze pericolose, soprattutto con Peralta e Giovani Dos Santos.

A metà primo tempo incredibile parata di Ochoa sul colpo di testa di Neymar, ma la mancanza di continuità offensiva ha permesso ai messicani di non andare mai in affanno, potendo riprendere fiato.
Il Brasile visto ieri non era una squadra ma un insieme di singoli, dai più forti dei quali ci si aspettava la giocata. E basta.

Al 44′ secondo salvataggio di Ochoa su un tiro di Paulinho, e per la prima volta passa per la mente un’idea: il Brasile sta coperto per la paura di andare sotto un’altra volta, come nella prima partita di questo Mondiale.

Nella seconda frazione la situazione è peggiorata, perché è stato il Messico a fare la partita (tre conclusioni alte di poco nei primi 15’). Brasiliani sempre scollegati fra i reparti, incerti di fronte alla reattività degli avversari e sulle gambe, negli scatti brevi e nelle percussioni lunghe.

Neymar ha avuto la palla del vantaggio, ma ha trovato ancora Ochoa. Da qui è partito una specie di forcing verdeoro, però con risultati modesti, molto modesti.

Tra Messico e Brasile, chi ha vinto? La paura di perdere, e in Brasile, terra di supertizioni accese, toccano ferro: questa era la gara 17, giocata il 17 giugno.

Roberto Dal Maschio

[18/06/2014]

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