TikTok dovrà essere cancellato dai telefonini di oltre 170 milioni di americani?
Potrebbe essere, dato che la Camera degli Stati Uniti ha approvato a larghissima maggioranza una legge che apre la strada al bando della app se la società proprietaria cinese, Bytedance, non la venderà entro sei mesi.
La misura deve ora essere votata al Senato, e il social, sempre molto discusso, è diventato un terreno di scontro per i già precari equilibri tra Washington e Pechino.
TikTok non è però in discussione per i suoi contenuti, la qual cosa sembrerebbe anche logica ad ogni persona che ha figli, bensì per la sicurezza.
Da molto tempo sono sul tavolo teorie propagandistiche secondo le quali i video che guardano gli utenti, soprattutto i giovanissimi, sarebbero centrati su nudità o situazioni becere e pseudo-divertenti per indebolire e istupidire la base culturale della società.
A questo, da qualche tempo si è aggiunta la teoria cospirazionista che il social serva anche per spiare il popolo americano, e più in generale, mondiale, grazie ad aperture “nascoste” del software che viene installato volontariamente dagli utenti, che permettono di trasmettere informazioni in Cina.
D’altra parte, però, per gli esperti di cybersecurity, la minaccia alla sicurezza, se pur preoccupante, rimane uno scenario ipotetico su cui non ci sono ancora prove certe, e i funzionari americani non hanno finora presentato, almeno pubblicamente, nessuna prova concreta di questo pericolo.
Da Pechino, il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha avvertito che la messa al bando dell’app “si ritorcerà inevitabilmente contro gli Stati Uniti” e ha accusato Washington di “bullismo”.
“Questo tipo di comportamento prepotente che non può vincere in una concorrenza leale (sottointendendo il confronto TikTok vs Facebook, ndr) interrompe la normale attività commerciale delle aziende, danneggia la fiducia degli investitori internazionali nell’ambiente degli investimenti e il normale ordine economico e commerciale internazionale”, ha rincarato Wang.
TikTok ha sempre negato qualsiasi legame con il governo cinese e ha deciso di ristrutturare la società in modo che i dati degli utenti americani rimangano negli Stati Uniti.
“Il governo americano sta cercando di privare 170 milioni di persone del loro diritto costituzionale alla libertà d’espressione. Questa misura danneggerà milioni di business, priverà gli artisti di una platea e distruggerà la vita di tantissimi creativi in tutto il Paese” viene detto dalla società.