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The Menu, film di caratterizzazione iperbolica. Di Giovanni Natoli

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Alzi la mano chi non è stanco di tutto questo profluvio di trasmissioni culinarie che da qualche anno a questa parte stanno inondando la tv e il web in generale.
Chi la alzerà può astenersi dal vedere questo nuovo film di Mark Mylod, noto per essere uno di serie come “Il trono di spade” o “Shameless” ma anche di film come il buon vecchio “Ali G”, con Sasha Baron Cohen. Oppure dovrebbe vederlo, se non altro per la possibilità di avere un altro sguardo su un mondo che combina gastronomia+competitività+aggressività degli chef deputati a fare da giuria.

“The menu” recupera una formula classica, quella di un gruppo di ignari ospiti che si troverà in una situazione concentrazionaria da cui non si può fuggire e che li metterà davanti alle loro colpe. Mylod si aggira dalle parti di “Dieci piccoli indiani” ma ha anche un occhio per il capolavoro di film di questo tipo, “L’angelo sterminatore” di Bunuel e a mio parere si inserisce anche nella rinata commedia gialla dei due “Knives out”.

“The menu” è un film che fa della caratterizzazione iperbolica il suo segno distintivo e usa i personaggi come simboli dei peccati umani contemporanei. Abbiamo un supposto protagonista, interpretato da Nicholas Hoult, che è il prototipo dei maniaci di questi programmi che suppone di capire tutto di cucina, tipico esemplare di tuttologo contemporaneo a cui sembra non serva alcuna esperienza pratica. Abbiamo gente infedele, artisti falliti, critici gastronomici snob e megalomani. E abbiamo pure la personalità innocente (Anya Taylor-Joy), elemento unico di contrasto contro la personalità dello chef (Ralph Fiennes), che con questa cena esclusivissima, in cui il cibo non è nutrimento ma arte concettuale e degustazione sofisticata ai massimi livelli di rarefazione, mette in scena la sua vita, la sua fede nella metagastronomia in un connubio tra cibo e rappresentazione di teatro delle crudeltà.

Il film è girato con sicuro mestiere e con attenzione alla coreografia. Se la lettura rimane sul piano di una rivendicazione del cibo come nutrimento e gusto in contrasto con un’arte culinaria che ha smarrito il senso primigenio del mangiare, presenta risvolti interessanti. In questo caso pensare al cibo come ideologia “di pancia” è decisamente appropriato.

Ma se vogliamo allargarci a una metafora che riguardi tutta l’umanità o quasi, si può dire che il film di Mylod non fa grandi passi nell’aggiornare questo tipo di metafore (ambienti isolati, confessioni estorte da un giudice implacabile).

Lo show, per quanto accattivante e abbastanza ritmico, non offre grandi sorprese allo spettatore smaliziato il quale forse vorrebbe una maggiore profondità e qualche aggiornamento su buona parte dei personaggi. Soprattutto quest’ultimo, poiché, da Bunuel a Ferreri a Polanski, i kammerspielt hanno offerto ritratti precisi della gente del loro tempo.

Anche se molti dei personaggi ricoprono figure contemporanee non c’è grande mordente, a eccezione del personaggio di Hoult che risulta una precisa caratterizzazione di sapientino snob privo di empatia e ossessionato dalla sua conoscenza invero molto provinciale.
Molto più efficaci le messinscene dei particolarissimi menu preparati e presentati da uno ieratico Fiennes, che si fanno ricordare.

Il film principalmente sfrutta l’effetto sorpresa, che arriva fino a un certo punto ma riesce a inventare un crescendo di portate che si lascia seguire con curiosità.

“The menu” resta un film piuttosto godibile, una specie di Ruben Ostlund in salsa mainstream e per un pubblico medio. E comunque se pensiamo all’universo del reality contest gastronomico, in cui chi subisce vuole padroni chef che siano per forza di cose cattivi, un universo dove non si educa né al gusto né all’arte culinaria ma dove si partecipa per poter essere angariati che nemmeno nel Pollack di “Non si uccidono così anche i cavalli?”; un mondo in cui conta solo vincere allora questo “The menu” ha una sua ragion d’essere. Come metafora collettiva e globale molto meno.

THE MENU
(2022, U.S.A.)
Regia Mark Mylod
Con: Nicholas Hoult, Anya Taylor-Joy, Ralph Fiennes, John Leguiziamo

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