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Tari aumenta, ma non è colpa di Venezia

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Nella seduta di oggi, martedì 31 maggio, il Consiglio comunale ha approvato le nuove tariffe Tari per il 2022, con 21 voti favorevoli e 12 contrari. La delibera, è stato sottolineato, è un atto dovuto che mette il Comune di Venezia nella mera condizione di dover ratificare delle decisioni prese da Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e approvate in sede di assemblea del Consiglio di Bacino Venezia Ambiente. Il Consiglio ha preso atto, inoltre, del Piano finanziario comprendente i costi del gestore Veritas, i costi di competenza comunale e i parametri di spettanza del Consiglio di Bacino in qualità di Ente Territorialmente Competente.

In sintesi la delibera prevede che il gettito delle tariffe della Tari da coprire per il 2022 sia superiore di circa 2,1 milioni di euro rispetto al 2021. Il metodo applicato e proposto da Arera ha obbligato il Comune di Venezia ad introdurre alcune voci di costo del PEF che sono totalmente indipendenti dalle scelte discrezionali dell’Amministrazione comunale, come:
– l’introduzione di una remunerazione del capitale investito a favore del Gestore per un importo di circa 600 mila euro;
– l’introduzione di nuovi obblighi in materia di standard di qualità che saranno richiesti nei prossimi anni (senza alcuna interlocuzione con le amministrazioni locali) per un importo di circa 360 mila euro;
– la previsione di tener conto di una inflazione programmata pari all’1,7%.

Nel provvedimento vengono evidenziati due elementi:
Il percorso intrapreso dal 2019 per ridurre la pressione fiscale sui cittadini relativamente alla TARI prevedendo una copertura della spesa con oneri a carico del Comune di oltre 9 milioni di euro all’anno, non è riuscito a neutralizzare l’impatto dell’aumento del PEF 2022 determinato da Arera di circa il 2%.
Il Comune di Venezia quest’anno ha inserito ulteriori € 2.207.569 per coprire i costi relativi ai crediti inesigibili TIA del Gestore Veritas maturati nel 2022 ma relativi ai PEF degli anni precedenti (antecedenti al 2013) che non avevano previsto un importo a copertura dei crediti inesigibili coerente con l’entità del fenomeno.

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Le tariffe del 2022 saranno tuttavia inferiori a quello che si pagava nel 2018 di circa il 13% per le utenze domestiche. La delibera approva inoltre le riduzioni e le esenzioni e stabilisce che l’istanza per ottenere le agevolazioni deve essere presentata, per il 2022, “entro 90 giorni dalla intervenuta fattispecie, con cura da parte dell’utente di comunicare al gestore l’eventuale modifica dei requisiti, e comunque entro e non oltre il 31 ottobre 2022”. Le istanze, si legge ancora nel testo, “saranno finanziate fino alla concorrenza dei fondi disponibili e qualora le istanze eccedessero i fondi disponibili, la percentuale di sostituzione del Comune al pagamento della Tari sarà ridotta in modo proporzionale per il soddisfacimento di tutte le istanze”.

Vengono inoltre confermate le scadenze per le utenze domestiche in queste date: 16 marzo, 16 giugno, 16 settembre e 16 dicembre. Mentre per le utenze non domestiche sono fissate tre scadenze nei giorni 16 giugno, 16 settembre, 16 dicembre.

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A seguito della votazione della delibera è stata approvata una mozione (22 voti favorevoli e 11 astenuti) con la quale il Consiglio impegna sindaco e Giunta comunale ad attivarsi in tutte le sedi competenti per ripristinare le legittime prerogative dei Comuni in materia di definizione delle tariffe delle Tari e a sollecitare il Governo affinché l’Arera si faccia interlocutore attivo con le amministrazioni locali per definire congiuntamente il metodo di costruzione del PEF proponendo le necessarie e conseguenti modifiche normative.

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