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Stretta sui condizionatori, ma più facile installare pannelli solari sul tetto

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Stretta sui condizionatori a causa dell’attuale congiuntura mondiale sull’energia. A partire dal primo maggio e fino al 31 marzo 2023 i condizionatori non potranno portare gli edifici a misurare una temperatura minore di 27 gradi centigradi, con un margine di tolleranza di 2 gradi, per cui il minimo fissato è di 25 gradi.
Il Senato da l’ok definitivo al decreto ‘bollette’. Sarà più facile però, senza troppa burocrazia, l’istallazione di un pannello solare sul tetto e l’autorità del settore, l’Arera, potrà fare verifiche sui prezzi applicati dalle società petrolifere e del settore elettrico, magari liberando risorse per nuovi sconti.

E’ una importante novità quella che arriva per il risparmio energetico: una stretta sulla temperatura di condizionatori e riscaldamenti degli edifici pubblici che scatta già dal primo maggio.
Il nuovo decreto, che dopo l’ok della Camera ha ottenuto la fiducia anche al senato con 207 voti favorevoli e 38 contrari, stanzia circa 8 miliardi di euro di cui 5,5 miliardi per far fronte al caro energia riducendo gli oneri fiscali.
Per il secondo trimestre del 2022 sono azzerati gli oneri di sistema sia per le utenze domestiche che per le imprese ed è confermato il taglio dell’Iva sul gas.
E alle imprese energivore e gasivore che hanno visto un incremento significativo dei costi è destinato un contributo sotto forma di credito d’imposta: è del 20% per le imprese a forte consumo di energia elettrica e del 15% per quelle a forte consumo di gas naturale.

Continua invece la discussione fra i partiti che chiedono di aumentare la tassa sugli extraprofitti per le aziende energetiche, decisa dal Governo con il Dl Energia.
Una misura di sostegno è anche la norma che impone al Gestore dei servizi energetici di acquistare energia dagli impianti rinnovabili con contratti di ritiro e vendita di lunga durata, pari ad almeno tre anni, per poi destinarla con prezzi agevolati in priorità ai clienti industriali energivori, alle piccole e medie imprese e ai clienti localizzati in Sicilia e Sardegna.

La stretta a termosifoni e condizionatori è arrivata con un emendamento approvato alla Camera il 13 aprile e riguarda la pubblica amministrazione, o meglio gli edifici pubblici.
A partire dal primo maggio e fino al 31 marzo 2023, i condizionatori non potranno portare gli edifici a misurare una temperatura minore di 27 gradi centigradi, con un margine di tolleranza di 2 gradi, per cui il minimo fissato è di 25 gradi.
In inverno, invece, la temperatura non potrà salire oltre i 19 gradi, ma anche in questo caso sono previsti 2 gradi di tolleranza.

Sempre grazie a un emendamento presentato dai relatori e approvato alla Camera, il decreto ha introdotto obblighi di rendicontazione per l’Arera sulle risorse utilizzate per il taglio delle bollette.
In caso di spesa inferiore allo stanziamento, si potrebbero liberare risorse per nuove aiuti a famiglie e imprese. Per quanto riguarda la cessione dei crediti legata ai bonus edilizi, un emendamento introdotto alla Camera ha elevato da tre a quattro il numero delle cessioni.
Nell’ordine del giorno approvato in Aula il 13 aprile la Camera ha poi impegnato il governo a valutare la proroga fino alla fine dell’anno del Superbonus per le abitazioni unifamiliari, in scadenza il 30 giugno. C’è poi il tema rinnovabili. Il decreto punta inoltre a favorire lo sviluppo delle energie cosiddette alternative, con la semplificazione della procedura per l’installazione di impianti solari fotovoltaici e termici sugli edifici: i lavori saranno considerati interventi di manutenzione ordinaria e non più subordinati a permessi, autorizzazioni “o atti amministrativi di assenso”.

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La discussione è aperta: una persona ha già commentato

  1. Tutto bello, tutti ecologici, ma peccato che a Venezia fotovoltaico, eolico, coibentazioni esterne (cappotti) siano vietati.
    Tutti la erigono a capitale della sostenibilità, ma credo sia una definizione che prende in giro chi vi abita!!!
    Ogni tanto scrivete anche questo….
    Oppure: perché non ci sono sperimentazioni per ricavare energia dalle correnti marine??? ad es. in bocca di porto la velocità della corrente entrante e uscente è aumentata e credo che energia si potrebbe ricavare….

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