Sospesa Cinzia Zincone, e non è proprio un “fulmine a ciel sereno”. Qualche giorno fa era stata presa di mira per la casa per cui paga l’affitto a Venezia.
Ed ora sono di nuovo acque tempestose quelle del Mose, il sistema di dighe contro l’alta marea a Venezia.
Oltre ai problemi tecnici, dunque, ora ci sono quelli di governance.
E’ il Ministero delle infrastrutture a sospendere dall’incarico il Provveditore alle Opere Pubbliche.
Cinzia Zincone, figura centrale nel raccordo col concessionario unico, il Consorzio Venezia Nuova, e braccio operativo del Mims nella gestione della grande opera, diventa “famosa” nella seconda metà del 2020.
E’ lei che dà nuovo impulso al completamento e, soprattutto, alla messa in funzionamento del sistema di paratie mobili.
Ma che non tirasse buona aria per Zincone lo si era capito da una settimana.
Sui media il rincorrersi di indiscrezioni su accertamenti e controlli dell’Agenzia del Demanio sulla casa pubblica che il Provveditore ha in affitto a Venezia, a San Giobbe, non faceva pensare bene.
La casa, in una zona defilata, è stata concessa al funzionario – che dice di aver voluto rinunciare alla sede di rappresentanza – e la Zincone ci paga un canone di 238 euro al mese.
Si può certo dire che la triste storia dei “favori” a Venezia ha visto pagine ben più vergognose.
E’ innegabile, però, che il fatto del funzionario che comincia a dover difendersi per questo attacco poteva essere letto come una ‘avvisaglia’ dell’aria che tirava.
In realtà – dopo la trionfale vetrina per ‘prima’ alzata del Mose il 3 ottobre 2020 – si sarebbero successivamente logorati i rapporti tra le “due donne del Mose”. Cioè tra lei, Cinzia Zincone, e il super-commissario governativo Elisabetta Spitz.
La seconda, altrettanto nota, aveva invece ha il compito di far galoppare i lavori per terminare il sistema.
Poi però, e da qui discende probabilmente la decisione di sospensione, il Mims ha aperto anche un procedimento disciplinare su Zincone, per aver anticipato un pagamento di circa 850 mila euro a un consorzio di imprese che lavora sul Mose, ‘scavalcando’ – è la tesi – il Consorzio Venezia Nuova e venendo meno all’accordo che impedisce pagamenti a un singolo creditore, essendo stato accolta dal Tribunale la proposta di concordato preventivo, presentata dai legali e dal commissario liquidatore del Cvn.
Accuse dalle quali Zincone dice comunque di potersi difendere.
La sospensione dal Provveditorato risponderebbe alla sanzione disciplinare, che in alcuni casi prevede l’allontanamento cautelativo, in attesa del termine del procedimento.
Cinzia Zincone, in ogni caso, è in ‘uscita’ dall’incarico a Venezia, essendo vicina al pensionamento.
Al suo posto sarebbe stato già nominato a Palazzo Dieci Savi il sostituto facente funzione: Fabio Riva già responsabile unico del procedimento del sistema Mose dal 2013 al 2017.
Zincone dovrebbe essere sentita al Ministero a Roma tra una decina di giorni.
Intanto, con le aziende del Cvn che aspettano di essere pagate, i lavori di completamento del Mose sono fermi, e ad eccezione di un sollevamento in condizione ‘manuale’ effettuato alla bocca di porto di Chioggia nei giorni scorsi, non vi sono più state prove regolari.
Una situazione che proietta ombre e dubbi sulla rimessa in funzione delle dighe quando arriveranno le prime acque alte a Venezia, verosimilmente tra due mesi.
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