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“Hai chiamato il sito di incontri? Adesso sei rovinato!”. Giovane veneziano vittima di ricatti e stalking

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Un sito di incontri. Lo vede e chiama, ma da quel momento diventa la vittima di uno stalker estorsore. “Hai chiamato un sito di incontri, adesso sei rovinato!”.

E’ l’incubo in cui è piombato un giovane impiegato veneziano, D.M., 30 anni, che da mesi soffre di una persecuzione senza fine. Prima con telefonate continue, poi con annunci e segnalazioni diffamatori su internet che cercano di rovinarne la reputazione. E tutto, da quanto ci racconta, per non aver ceduto a un’estorsione, un ricatto a sfondo sessuale.

“Ad oggi ho presentato 37 denunce, ma ancora non ho avuto giustizia e non posso dormire sonni tranquilli”.

Lo abbiamo intervistato, mantenendo per ovvie ragioni il suo anonimato. L’incubo inizia ad aprile scorso, quando il ragazzo va su un sito d’incontri e la sua attenzione viene attirata da un annuncio molto particolare…

“Avevo letto un annuncio strano, che aveva attirato la mia attenzione. Era diverso dagli altri, e leggendolo mi è sembrato quasi una richiesta d’aiuto: una persona scriveva di aver bisogno di parlare perché si sentiva discriminata. Ho telefonato e chi mi ha risposto dall’altra parte mi ha chiamato per nome e cognome, e poi mi ha detto “So chi sei, adesso sei rovinato”.

Come faceva questa persona a conoscere il tuo nome?

“Ho scoperto, successivamente, che esiste un’App per il cellulare che riesce a identificare il numero di chi chiama. Così, quando ho chiamato quel numero, sul display del telefono dall’altra parte sono apparsi i miei dati”.

Cosa voleva questa persona?

“Voleva che gli versassi 600 euro su una post pay. Al mio rifiuto ha detto che mi avrebbe rovinato, che avrebbe detto a tutti che cercavo incontri sessuali su internet, che la mia famiglia non sarebbe stata contenta di saperlo. Ha anche detto che non mi avrebbe mollato. E così, purtroppo, è successo. La mia vita da allora è un incubo”.

Cosa è accaduto dopo quella prima telefonata?

“Sono stato chiamato poco dopo da un’altra persona che si spacciava per un presunto avvocato e mi diceva di pagare quei 600 euro, altrimenti mi avrebbero denunciato”.

Un complice, quindi.

“E’ molto probabile. Da allora non ho più avuto pace. Solo ad aprile, in quel primo mese, ho ricevuto 290 telefonate, molte notturne, al mio cellulare, che ho iniziato a registrare. Era sempre lui che mi offendeva, mi insultava, mi minacciava di morte e a volte mi istigava a suicidarmi.

Tu però non hai mai ceduto.

“No, ma è davvero dura, molte volte tremavo quando vedevo il cellulare suonare, oggi non ce la faccio più. In tutto ho presentato 37 denunce da aprile, ho speso circa 10mila euro tra avvocati e un professionista sulla web reputation, perchè mi aiutasse a rimuovere le segnalazioni diffamatorie e denigratorie nei miei confronti su internet”.

Ti sei anche rivolto al programma “Striscia la Notizia”, che ha trattato la vicenda. Abbiamo saputo che la persona ha già avuto dei precedenti, una condanna per estorsioni e un arresto per violenze fisiche e psicologiche.

Sì, le ho provate tutte perchè mi lasciasse in pace. Quando la giornalista di Striscia la Notizia ha affrontato questa persona mi sono avvicinato e l’ho affrontato anch’io, ma l’incubo non è purtroppo finito.

Perché oltre alle telefonate poi sono apparsi anche gli annunci sul web.

“Esatto. Sono comparse delle segnalazioni su vari siti in cui viene riportati il mio nome e cognome con il mio numero di telefono”.

E cosa dicono queste segnalazioni?

“Cose tremende: che sono un truffatore, un pedofilo, un malato di Hiv e di fare attenzione. Ho avuto dei problemi sia a livello personale sia professionale a causa di queste segnalazioni”.

Per esempio?

“Svolgo un lavoro delicato, con soggetti fragili. In un caso avevo contattato una badante per offrire un possibile impiego, ma questa donna non si è presentata al colloquio fissato. Quando poi l’ho contattata per chiederle il motivo della sua assenza, al telefono mi ha risposto il marito arrabbiato, voleva spaccarmi la faccia per quello che aveva letto su di me in internet, credendo che io fossi un truffatore e via dicendo”.

Sul caso sta indagando la Procura di Venezia e tu nel frattempo ti sei rivolto a Cristian Nardi, l’agenzia che in un secondo momento si era offerta di rimuovere alcuni video diffusi online di Tiziana Cantone, morta suicida per un filmato pubblicato nel web senza il suo consenso.

“Subito mi sono rivolto ai carabinieri, agli avvocati, a Striscia la Notizia, ma visto che la situazione peggiorava ho provato anche questa. Nardi è un professionista della reputazione e ha presentato richiesta di oblio per quelle segnalazioni denigratorie a Google, che però al momento non sono ancora state rimosse. Abbiamo inviato una diffida e se neanche quella funzionerà presenteremo una querela contro il motore di ricerca”.

Rimuovere segnalazioni sul web non è così semplice.

“Purtroppo no. Ed è incredibile con che facilità sia possibile pubblicare cose simili e rovinare la vita delle persone per bene. Ci sono stati momenti in cui tenere duro e andare avanti è stato davvero difficile, ho tentennato, la mia vita è stata rovinata dal momento in cui ho chiamato quel numero.

Tu però non ti sei arreso, e hai denunciato il tuo stalker.

“Sì, sto portando avanti questa battaglia anche per tutte le altre vittime di ricatti e situazioni simili: non tutti hanno la forza di reagire, denunciare, la forza di lottare. Ho rivolto il mio ultimo appello al Presidente della Repubblica, perché qualcuno fermi questa persona o queste persone”.

(foto di archivio)

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