Il Sindaco di Padova Massimo Bitonci chiude ancora una volta la porta in faccia a chi osa “toccare” e argomentare le sue convinzioni in merito alla famiglia.
Evidentemente il primo cittadino padovano ritiene di poter escludere la presentazione di un libro che non gli è gradito, che forse non ha ancora letto, ma che inserisce in copertina la parola gender.
Il libro, scritto da Michela Marzano, deputata del Pd, doveva essere presentato infatti a Palazzo Moroni, su iniziativa del Circolo Tralaltro Arcigay e dalla Libreria delle Donne Librati, ma ecco che una lettera del Gabinetto de Sindaco comunica ai richiedenti che il Sindaco e la Giunta comunale, con una mozione approvata ad Ottobre hanno sancito il loro no a qualsiasi iniziativa che non riconosca “la famiglia fondata su mamma, papà e figlio legati al vincolo matrimoniale”, come unico messaggio trasmissibile da valorizzare.
In questo modo il Comune di Padova nega la complessità della vita reale, non ascolta le ragioni, i motivi che potrebbero essere utili anche a chi, convinto e fedele all’idea delle unioni classiche e rispettose della tradizione cattolica, potrebbe trarre strumenti utili per comprendere più a fondo le questioni.
I cittadini del resto, non possono essere censurati nelle loro scelte di ascolto (almeno), nel loro diritto ad essere informati e di sentirsi liberi di conoscere e di pensare.
Sorprende e stupisce ancora una volta l’accanimento del Comune verso argomenti che hanno come scopo il rispetto, la sensibilizzazione dei problemi, che pur esistono e che riguardano le persone, la loro affettività e anche la loro sofferenza.
Parlarne, confrontarsi, non può che essere utile, anche a chi la pensa diversamente, per trarre gli elementi per una cultura che guarda alla complessità senza tensioni inutilmente omofobiche, in grado di creare una società conciliante e condivisa, senza respingimenti incomprensibili.
Andreina Corso