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Sardine a Venezia: “Populisti, ci avete risvegliato. Siete gli unici a dover aver paura”

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sardine venezia
Le sardine sono sbarcate a Venezia. E lo hanno fatto in una serata poco favorevole per stare all’aperto.

Vento, pioggia, freddo avrebbero infatti decimato i partecipanti alla manifestazione (se ne attendevano migliaia, o almeno così pareva dal tam-tam rimbalzato sui social) ma ne sono arrivati sono qualche centinaio.

Hanno attirato molti sguardi di curiosità questi giovani, molti veneziani sapevano del loro arrivo e altri se li sono trovati davanti, alla porta ferroviaria di Venezia.

Gli aderenti al movimento delle sardine si sono dati appuntamento davanti alla stazione ferroviaria di Venezia, nel piazzale di Santa Lucia, salvandosi dall’acqua alta ma non dal maltempo e dalle basse temperature.

Giovani soprattutto, ma non solo, tutti in laguna con lo stesso obiettivo: protestare contro l’attuale politica, a cui chiedono maggiore credibilità. Si definiscono antifascisti e antirazzisti, i ragazzi del movimento di protesta, anti Salvini, che cerca di porsi come argine al centrodestra.

“Cari populisti – ha detto un portavoce al microfono – la festa è finita. Perché per troppo tempo avete tirato la corda e adesso si è spezzata. Per anni avete rovesciato bugie ed odio, su noi e i nostri concittadini. Avete unito verità e menzogne, rappresentando la realtà che vi faceva più comodo. Avete approfittato della nostra buona fede, delle nostre paure e delle nostre difficoltà. Avete affogato l’umanità in un mare di slogan. Per troppo tempo avete spinto i vostri seguaci a insultare e disprezzare la vita delle persone, per troppo tempo vi abbiamo lasciato fare.

“Adesso ci avete risvegliato – ha proseguito – e siete gli unici a dover avere paura. Siamo scesi in Piazza e ci possiamo contare, e sapete cosa stiamo capendo? Che basta guardarsi attorno per scoprire che siamo tanti e molto più forti di voi”.

Le sardine si sono definiti un “popolo di persone normali” e hanno fatto anche un accenno all’emergenza dell’acqua alta. “Cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro – ha proseguito il giovane al microfono – nello studio, volontariato,sport e tempo libero. Mettiamo passione nell’aiutare gli altri, come e quando possiamo, come abbiamo fatto in questo mese di acqua alta specialmente a Venezia”.

“Noi non siamo l’antipolitica – ha precisato il portavoce – anzi, crediamo nella politica e nei politici con la p maiuscola”.

Infine un messaggio ai leghisti: “Cari leghisti, non c’è niente da cui ci dovete liberare, siamo noi che dobbiamo liberarci dalla vostra opprimente onnipresenza, e lo stiamo già facendo. Siamo già centinaia di migliaia e pronti a dirvi “basta”, lo faremo nelle nostre case, sulle piazze e sui social fino a farvi venire il mal di mare”

In mano cartelli del tipo “Capitan Findus non abbocca” e “Venezia non si lega”, altri a forma di pesci, e tutti sotto gli ombrelli colorati, molti arcobaleno. A un certo punto i giovani hanno acceso le luci dei telefonini tenendo le mani in alto, da risultare tante piccole fiaccole a illuminare il piazzale avvolto nell’oscurità. Più che illuminare però, volevano “colorare” la città, come hanno spiegato, ma senza colori, solo con la loro speranza che qualcosa possa cambiare nello scenario politico e nazionale.

Sono passati anche per Venezia per dire ‘no’ ad ogni simbolo politico, scegliendo gli ormai conosciuti disegni delle sardine, accompagnati dal canto di ‘Bella ciao’.

I temi, sono quelli già annunciati che sono stati ribaditi a Venezia: rispetto della Costituzione in primis e rifiuto alla politica urlata. Chiedono più rispetto delle persone, questi giovani, per dare credibilità ad una politica – hanno detto – che è alla deriva tra populismo, aggressività e rabbia.

Il nome “sardine” – hanno spiegato i ragazzi – nasce dall’idea di stare tutti stretti come sardine in una scatola, numerosi e forti, ma anche silenziosi come pesci per abbassare i toni da quella che definiscono “retorica populista”.

L’appuntamento a Venezia è stato anche l’occasione per ricordare il raduno atteso di domani a Roma.

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