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Sanitari ultimi per terza dose, Anelli: “A mani nude contro il virus”

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Non pretendono privilegi, ma si aspettano la giusta considerazione e tutela. Il personale medico, infermieristico e sanitario si trova costretto a rivendicare il diritto alla terza dose di vaccino, perché la vicinanza con pazienti in ospedale, negli ambulatori specialistici, o negli studi dei medici di base, imporrebbe, senza avanzare diritti e formulare odiose graduatorie, che sarebbe giusto e utile partire proprio da chi da due anni lavora in trincea, vive a tu per tu con pazienti, con le malattie ed è quindi soggetto a contagio (e a contagiare).
Il piano predisposto dal commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo sposta al 2022 il terzo richiamo per il personale sanitario, nei mesi compresi fra settembre e dicembre dell’anno in corso, saranno vaccinati i pazienti fragili e immunodepressi, che in Veneto sono oltre 220mila.
A seguire gli ospiti delle Rsa (33mila) e il personale (25mila); e poi chi ha superato gli ottant’anni (oltre 406mila).
Fanalino di coda, i 154mila sanitari.
Eppure il numero elevato di medici e infermieri che hanno pagato con la vita la loro generosità e abnegazione nella cura dei malati avrebbe dovuto indurre a scelte più consone ai bisogni, anche in termini preventivi.

“I morti non fanno rumore, non fanno più rumore del crescere dell’erba, scriveva Ungaretti – commenta il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli -. Eppure, i nomi dei nostri amici, dei nostri colleghi, messi qui, nero su bianco, sul portale della Federazione dei medici chirurghi e degli odontoiatri, fanno un rumore assordante. Così come fa rumore il numero degli operatori sanitari contagiati, che costituiscono ormai il 10% del totale. Non possiamo più permettere che i nostri medici, i nostri operatori sanitari, siano mandati a combattere a mani nude contro il virus. È una lotta impari, che fa male a noi, fa male ai cittadini, fa male al paese”.

I sanitari sanno che oltre 700 medici non sono ancora vaccinati e alcuni sono stati sospesi e privati dello stipendio, evidenziando anche in Veneto (con 50 dipendenti lasciati a casa) il vuoto e le carenze assistenziali che si vengono a creare nella società e soprattutto negli ambienti sanitari.
Sanno che il terzo vaccino dovrebbe essere somministrato a 6/8 mesi dal secondo e per molti medici il tempo è scaduto.
La commissione tecnico scientifica chiarisce che il personale sanitario riceverà il vaccino, secondo “ il livello di esposizione all’infezione, il rischio individuale di sviluppare forme gravi di COVID-19 e in accordo alla strategia generale della campagna vaccinale, ” almeno 6 mesi dalla seconda dose ed entro la scadenza del Green Pass. Quindi?
Quindi molti medici e infermieri potrebbero non essere più protetti dagli anticorpi, con conseguenze pesanti sulla loro salute e su quella dei pazienti.
Si temono nuovi contagi, nuove variabili, pur di minor peso e curabili, che costringono in ogni caso alla quarantena. Se si sommano i medici sospesi, il personale insufficiente, si comprende la preoccupazione di una categoria, come i sanitari, che ha già tanto dato e che ora si trova costretta a dover rivendicare, quella tutela necessaria per sé e per assistere i malati.


 

In effetti l’ultimo report di Azienda Zero segnala 222 operatori sanitari positivi al Covid-19, tra cui 33 medici e 63 infermieri.
«Siamo gli unici per i quali vige l’obbligo vaccinale e dobbiamo aspettare per avere diritto alla terza dose? — si chiede Giampiero Avruscio, presidente Anpo (primari) Padova — Eppure siamo soldati in trincea, medici di clausura da un anno e mezzo, ma soprattutto dobbiamo stare in contatto con i malati, non possiamo rischiare di infettarli. Adesso i contagi del personale ospedaliero sono sotto controllo però se dovessero aumentare per chi resta in corsia, ed è ormai allo stremo delle forze, scatterebbe un carico di lavoro doppio, situazione ingestibile. La Regione lo faccia presente al governo — chiude Avruscio — o subiremo tutti le conseguenze di scelte politiche lontane dalla realtà. E rischiose».

Terza dose del vaccino: quando a tutta la popolazione?
La possibilità di un terzo richiamo vaccinale,’booster’(cioè di rinforzo) per tutta la popolazione europea è al vaglio scientifico dell’Ema, anche se la comunità scientifica è divisa sull’utilità dell’operazione e l’OMS ha anteposto la priorità all’immunizzazione globale piuttosto che ad un ulteriore richiamo vaccinale in nazioni che hanno già raggiunto un’ottima percentuale di vaccinati.

Si attendono ulteriori sviluppi da parte delle istituzioni sanitarie su tutti i livelli, in quanto la diseguaglianza di percentuali di vaccinati tra paesi poveri e paesi sviluppati, potrebbe essere un problema ben peggiore da affrontare, visto che senza una piena immunizzazione globale, il virus sarà libero di evolversi in varianti e diffondersi e lottare per la sua sopravvivenza. (Fonte Focus.it)

Andreina Corso

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