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Sangue in Tunisia, i terroristi se la prendono con i crocieristi

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Sangue in Tunisia, al museo Bardo, l’orgoglio di Tunisi. Ore 11.30: comincia una giornata di terrore. I terroristi sono almeno tre. Due indossano l’uniforme dei militari, un altro è in abiti civili, jeans e giubbotto. Sono armati: hanno kalashnikov e grosse sacche che contengono granate e altre munizioni.
Quello che accade in mezzo al panico e alla disperazione crea anche una grande confusione, quindi è ancora difficile ricostruire tutto con precisione, le testimonianze sono frammentarie e alcune sembrano addirittura contraddirsi.

Pare che i tre abbiano cercato di penetrare nel Parlamento, era probabilmente quello il primo obiettivo. In quel momento nell’Aula si sta discutendo proprio della legge anti terrorismo. All’improvviso raffiche di mitra. Entrano in azione i soldati di guardia e il piccolo commando terrorista viene respinto. Il terzetto avrebbe così preso la via di fuga entrando nel museo distante un centinaio di metri in quel momento affollato di turisti.

Comincia la guerriglia: tre ore di spari, esplosioni, grida, confusione. Arrivano inviati e troupe e le immagini dell’attacco cominciano a fare il giro del mondo. Apprensione per chi ha parenti che sapeva in vacanza in Tunisia. Poi si apprendono altri dettagli: buona parte di quei turisti sono scesi da una nave per un’escursione. Un folto gruppo, composto anche da italiani, è sceso dalla nave Costa Fascinosa, che ieri ha fatto tappa a Tunisi e che poi è ripartita nella notte, per la gita.

A mezzogiorno risuonano le prime raffiche all’esterno, poco lontano dal cancello nero del museo. Nei parcheggi, lungo i marciapiedi sono in attesa 15 torpedoni di visitatori. Il commando, le notizie non sono ancora certe, ne avrebbe puntato uno, crivellandolo di colpi, uccidendo otto persone. Poi di corsa dentro il cortile ottocentesco del Bardo. La vigilanza è colta di sorpresa, sicuramente ingannata dalle divise.
Arrivano le forze speciali della polizia, in tuta nera e passamontagna. I terroristi si barricano nelle sale del museo. I turisti catturati si trasformano in ostaggi, vengono fatti sedere appoggiati al muro.

Ancora spari, fino a che non arriva la notizia che le squadre di agenti hanno fatto irruzione nei saloni. I due terroristi in divisa sono subito uccisi, il terzo è ferito. I prigionieri corrono fuori, disordinatamente e disperatamente. E’ finita, ma comincia la conta delle vittime.

Ora è certo che sono quattro gli italiani uccisi: un pensionato di Novara, Francesco Caldara, di 61 anni. Poi un uomo di Torino, si chiamava Orazio Conte. Degli altri due non si conoscono ancora le generalità. Tutti facevano parte del gruppo di escursionisti.
Ma il conto, purtroppo, è provvisorio: non si hanno più notizie di un gruppo proveniente proprio dal capoluogo piemontese. I feriti sono 50, tra i quali sei italiani.

Mario Nascimbeni

19/03/2015

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