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Ristorante Venezia. “Di primo? Due spaghettini al sugo? Iniziamo con l’aperitivo? Sprizzettino per due..?”

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Continua il nostro giro per Venezia alla ricerca dei posti per mangiare en plein air più graditi ai turisti. Una rubrica che si aggiorna con notevole regolarità, grazie anche alle segnalazioni di voi lettori.

Il ristorante all’aperto segnalato oggi è sulla riva dei giardinetti della Biennale, a due passi dal monumento Alla Partigiana. Luogo incantevole con vista laguna che dispone, ovviamente, di plateatico all’esterno.

I due giovani ospiti hanno cominciato con opportuno aperitivo, acquistato in un bar vicino. Poi hanno scelto spaghetti al sugo di primo e, se la vista non ci ha ingannato, “melanzane alla parmigiana”, di secondo.

Il posto è tra quelli che riceve più gradimento dagli ospiti. Infatti, in occasione precedente (fine agosto di quest’anno) la nostra lettrice Elda aveva informato ragazzi che mangiavano seduti per terra che dietro, ad un paio di metri, c’erano le panchine pubbliche, ma si era sentita rispondere: “Eh, ma non c’è mica la vista che c’è qui…”.

Prosegue così la rubrica dei ristoranti all’aperto di Venezia, possibilmente con veduta. Continuate dunque ad inviare le vostre segnalazioni.

Ultima osservazione: sono stati avvistati anche turisti che dormono all’aperto, sempre ai Giardini, tra alberi e siepi. Anche questa attività pare in aumento, ci ha confermato un lettore residente in zona che sfortunatamente ha la barca ormeggiata lì vicino.

Sfortunatamente perché, non essendoci toilette di notte in zona, pare che chi dorme all’aperto lasci spesso dei “ricordi” nella sua barca.

L’uomo, del sestiere di Castello, si è lamentato che deve pulire la sua barca quasi ogni mattina.
Una sorta di… “registro delle presenze” degli ospiti di questo turismo 2022.

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12 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Ma il nostro beneamato Sindaco, oltre ad emettere delibere a iosa, se ne preoccupa se queste vengono rispettate /o fatte rispettare dai suoi dipendenti.
    Mi sà che ai dirigenti basti solo deliberare anche a volte male e illogicamente.
    Mi ha capito egregio signor Gigio?
    Ad maiora

    • Ritengo doveroso ribadire a issandro che non è colpa dei turisti, ripeto sono pensionato e non vivo di turismo, ma della mia vita 60 anni li ho spesi lavorando in questo settore, quando a Venezia c’erano quattro osterie e due bar, quaesto problema non c’era, oggi ci sono più pubblici esercizi che abitazioni, è chiaro che anche il numero delle immondizie è aumentato con la rapidità delle pantegane, quindi è evidente che essendo Venezia un museo a cielo aperto, tutti vogliono camminare e mangiare conteporaneamente. Se il Comune imponesse ai gestori di servire i loro prodotti in contenitori da asporto con il loro logo e indirizzo completo di c.f numero di telefono, starebbero molto attenti, la sanzione di 500 € alla prima volta che trovo il contenitore a una distanza di 20 metri li dovrebbe convincere, alla terza volta il ritiro della licenza per sempre, e la stessa sanzione di 500 € anche alle Associazioni di categoria che li rappresenta.Certo che per fare quello che suggerisco serve un Assessore con i controfiocchi, anche se l’attuale assessore al commercio è molto bravo e tenace, deve tutti i giorni combattere con un sistema perverso. Immagino che anche issandro sarà andato un po in giro per il mondo, e avrà visto come ti trattano se non rispetti le loro regole, per esempio a Singapore se butti una gomma da masticare per terra ti becchi un bel 500 dollari di multa da pagare sul posto, altrimenti resti in gattabuia, cosi visiti anche i sotterranei della città, noi abbiamo i piombi, non dico di arrivare a tanto, ma se restiamo solo e sempre a protestare non ci resterà altro da fare. Buona domenica a tutti da Shylock.

  2. Cari signori/re ma pensate che noi italiani quando viaggiamo in terra nostra o in terre straniere un panino, un frutto non lo consumiamo all’aperto? Non lo abbiamo mai fatto? Se vuoi vedere un pò di mondo senza farti ” spennare” di adatti, certo nel massimo rispetto dell’ambiente (raccolta e riferimento corretto di eventuali rifiuti etc). Ma per piacere basta discorsi da bacchettoni psedo aristocratici perbenisti. E’ chiaro che non ricordate più chi erano gli italiani nel 1960 con le loro modeste possibilità…………….

  3. Mangiare seduti per terra? Di sicuro è poco igienico ma, se non lasci tracce del tuo passaggio, vabbe’. Poi mi chiedo anche “Quanto avrebbero dovuto spendere seduti al ristorante? Ce li hanno quei soldi?”. L’annosa questione è che a Venezia vorrebbero solo riccastri da spennare ben bene e danno fastidio tutti quelli che, un po’ “a corto”, evitano di spendere troppo. Per contro, sarei durissimo con chi sporca o gira semi nudo.

  4. quest’ estate mi sono fatto un bicchiere di ghiaccio preso al super con acqua gasata ed bibita al Mojito sgranocchiando mais tostato e taralli seduto fianco a fianco con mia moglie sulle rive del Garda a Bardolino a godermi il tramonto. Homangiato pistacchi e carote pucciate nel hummes viaggiando in aereo sempre con lei. Ho fatto 2 panini asiago e crudo salsa di olive prese al.conad seduto su un pontile a Murano e ce li siamo sbafati aspettando El bateo . Eccetera eccetera eccetera.
    Al Garda i tedeschi mi hanno fatto segno like. In aereo le hostess mi hanno sorriso come solo un hostess sa fare. Adesso spero che non vedrò la mia foto mentre di spalmo il patè di olive sul pane mentre mia moglie si permette di aprirsi una coca Cola su qualche sito di barcarolo incazzato

  5. La responsabilità è del Comune di Venezia che non segnala i divieti con la visibilità necessaria. I cartelli sono pochi e poco chiari ed i turisti non li notano. Il mondo è grande e, come con le lingue, ci sono innumerevoli galatei. Per molti mangiare in strada non è maleducazione, quindi vanno informati con messaggi chiari e ben esposti. Anche alberghi e BB dovrebbero ricevere dal Comune stampati da consegnare agli ospiti, come l’ACTV per chi acquista biglietti a tariffa intera. Magari sul retro di ogni biglietto potrebbe essere stampato un divieto.

    • I cartelli ci sono , ci sono dentro gli alberghi, sui pontoni dell’actv , nei negozi ……Solo che se ne fregano tanto in giro per il mondo l’Italia è descritto come il paese dell impunità dove puoi fare quello che ti pare….

  6. Spett.le Redazione, ritengo che il comportamento più proficuo in circostanze che offendono il decoro della Città, e conseguentemente lo sguardo dei suoi abitanti, sia immediatamente contattare le forze dell’ordine ma anche veicolare la notizia- meglio se colla foto -in modo tale che si crei una sorta di rete virtuale tra gli utenti dei diversi “network”alitanti su Venezia. In questo modo gli stessi Veneziani potrebbero aiutare se stessi. Il mese scorso ho visto uno vagare allegramente per le calli in bicicletta:ho chiamato subito i vigili, ma se ci fosse stato una sorta di “tam-tam”virtuale su questo simpatico personaggio, sicuramente avremmo dato un servizio non solo alle forze dell’ordine, ma specialmente a noi stessi.

    • Si anch’io sarei più severo con chi sporca, ma i cestini per la spazzatura, nonostante l’alacre lavoro dei nostri spazzini, traboccano quasi ad ogni ora. Forse più cestini e più panchine, e perché no, anche panchine nei posti desiderati dai nostri turisti, e magari con tavolo per il pic nic, fontanella e servizi igienici, darebbero alla città un aspetto apprezzabile anche da parte dei turisti ricchi, che amano la tranquillità molto più che l’immersione nella folla. Spogli non si può certo stare, inutile tirare il comune senso del pudore oltre il limite che ha, il limite non si sposta, è una falsa percezione della realtà, la gente diventa più incivile è vero, ma si possono attivare progetti educativi, anche preparare piccoli suggerimenti fruibili in pochi secondi, e offrirli ai turisti. Il turista ricco viene in città solo se trova certe caratteristiche nell’accoglienza: poca gente, niente souvenir, meno osterie e paninerie, ma tanti negozi delle grandi firme, artisti e artigiani di alto livello, eventi eccellenti tipo mostra del cinema e biennale, o G8. Congressi e convegni internazionali. E spera soprattutto di trovare una città, una città vera, con i suoi abitanti, artigiani, pescatori, barcaroli, popolane chiassose ma vere. Tutta la macchina che cerca di addescare e spennare il turista mordi e fuggi, soffoca la possibilità di espandere il turismo ricco, colto e spendaccione . Una regolamentazione più oculata dell’attività turistica sarebbe sicuramente più produttiva economicamente per la città e permetterebbe ai veneziani di restare a vivere in città. Spostare lentamente gli alberghi a Mestre, rivitalizzerebbe il territorio di terraferma del comune, abbasserebbe in percentuale il numero di turisti in città che passerebbero parte del tempo a Mestre, dove si verrebbero a creare quelle piccole attività economiche di contorno al turismo. Rifare l’immagine di Mestre conformandola a quanto desiderato dai turisti veneziani, cioè a piccolo borgo medievale, sarebbe un passo in più. Sospando le grandi strutture turistico ricettive a Mestre si libererebbero spazi a Venezia per centri culturali e formativ e per una residenzialità adeguata all’immagine di città ricca, civile e tranquilla che ora proprio manca . Non potendo negare agli altri, ai turisti ora classificati crudelmente di serie B, il diritto di fruire di tanta bellezza veneziana, si dovrà comunque organizzare eventi lowcost che permettano, per brevi periodi, a tutti di gioire di questo sogno romantico che è il nostro scrigno di arte, storia e religione.

  7. Beh per gli incivili che dormono ai giardini usando quello che capita come gabinetti non ci sono scuse…

    Però onestamente per i due giovani che mangiano in riva non ci vedo nulla di male, finché non lasciano sporcizia in giro dov’è il problema? Non disturbano nessuno…

    • I due giovani che mangiano per terra, dove la gente cammina, sputa, i cani fanno i bisogni, sono il primo segno del degrado dell’immagine vhe si vuole dare al mondo. Bisogna dare un giro di vite per il decoro e non esiste che se sono giovani si e altri no

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