IL PRIMO GIORNALE ONLINE DI VENEZIA | ANNO XVIII

venerdì 26 Aprile 2024
7.2 C
Venezia

data pubblicazione:

ultimo aggiornamento:

LEGGI ANCHE:

HOME PAGECovid: in vigore da oggi restrizioni per gli ingressi in Italia
Questa notizia si trova quiCovid: in vigore da oggi restrizioni per gli ingressi in Italia

Covid: in vigore da oggi restrizioni per gli ingressi in Italia

pubblicità

Primo giorno di entrata in vigore delle nuove restrizioni per gli ingressi in Italia dagli altri Paesi Ue a seguito dell’Ordinanza firmata dal ministro dell Salute Roberto Speranza.

Da oggi al 31 gennaio 2022 i viaggiatori sono tenuti a presentare, oltre al Green pass, un certificato di negatività al Covid compiuto nel Paese di partenza con un test molecolare entro le 48 ore prima dell’ingresso o rapido se fatto prima del passaggio della frontiera.

I non vaccinati con green pass dovranno osservare 5 giorni di quarantena volontaria che dovrà essere indicata alla Asl del territorio dove si alloggia.

All’aeroporto di Fiumicino c’è un innalzamento del dispositivo dei controlli legati all’Ordinanza del Governo.
Accanto ai controlli sistematici alla frontiera ci sono poi pattuglie ogni turno che eseguono controlli a campione sugli arrivi.
Verifiche incrociate a tamponi e Green pass.

Il dispositivo è in raccordo anche la Sanità aerea.
Per gli arrivi dai Paesi Extraeuropei sono state prorogate le misure già previste.

Come noto, la posizione assunta dall’Italia non è stata gradita dall’UE.
“Stupore” è stato definito l’atteggiamento dell’Ue rispetto alla stretta sui viaggi ordinata da Roma.

In Europa ci si lamenta perché il governo italiano, come regolamento prevede, non abbia informato Bruxelles 48 ore prima dell’entrata in vigore delle nuove misure alla Commissione.
“Ci aggiorniamo con gli Stati membri due volte a settimana, perché non ci hanno avvertito?”, si chiede una fonte europea ricordando come il Portogallo, primo Paese a introdurre l’obbligo di tampone, si sia mosso per tempo mentre la notifica italiana è arrivata solo dopo.

Ma un nervo leggermente scoperto lo ha lasciato anche il contenuto dell’ordinanza di Roberto Speranza, che va in direzione opposta a quanto Palazzo Berlaymont sta ripetutamente chiedendo: tenere il più possibile aperti i varchi all’interno dell’Unione per i vaccinati.

Al summit dei leader europei l’emergenza Omicron era già catalogata come primo punto all’ordine del giorno.
L’Italia, con Mario Draghi, si preparava a recitare la parte di chi, sul binomio vaccini-contagi, può vantare un’indiscussa autorevolezza.
Il rischio, osservano fonti brussellesi, è che la querelle tra l’Ue e Roma rischi di appannare un po’ questa autorevolezza.

Certo, come evidenzia un alto funzionario europeo, ogni Paese membro ha il diritto di imporre restrizioni agli ingressi da qualsiasi destinazione se reputa necessario farlo.
Ma il timore è che la fuga in avanti di un Paese cruciale come l’Italia porti altri leader a muoversi senza aspettare istruzioni dall’Ue.

Al Consiglio Ue si discuterà proprio del metodo. Perché andare in ordine sparso, osserva la stessa fonte, significherebbe fare un salto nel passato, a quando il Green Pass era solo un’ipotesi.
Ora invece il certificato esiste e “sarebbe meglio lasciare le porte aperte per chi è vaccinato o ha fatto la terza dose”, si rimarca a Bruxelles.

Il tema è caldissimo e riguarda anche la “proporzionalità” chiesta dall’Europa per le restrizioni.

Ad indispettire Bruxelles, infatti, è anche la durata delle misure decise dal governo, in particolare quel 31 gennaio che come termine di scadenza appare eccessivo.

Per ora comunque nella capitale belga non si intravedono possibili passi indietro di Roma.
Draghi oggi dovrebbe presentarsi davanti ai suoi omologhi ribadendo la necessità che l’Europa dia alla campagna di immunizzazione un’accelerata considerata imprescindibile. E l’introduzione del tampone per gli ingressi, si fa notare da fonti italiane che seguono il dossier, non può essere catalogata come un colpo al vaccino perché chi non lo ha fatto è costretto anche alla quarantena.

Nella stretta, l’esecutivo italiano non scorge alcuna incoerenza, convinto che, oltre alla Grecia che ha annunciato misure analoghe in queste ore, altri Stati membri, di fronte all’avanzare di Omicron, seguiranno Roma.

Quella di domani sarà in ogni caso una riunione densissima dove, spiegano fonti europee, sul tavolo ci sarà anche la delicatissima questione dell’obbligo vaccinale.

Ursula von der Leyen di fatto ha aperto all’ipotesi, pur precisando che la competenza resta agli Stati membri. E i 27, sull’obbligo, sono tutt’altro che sulla stessa posizione.

LEGGI TUTTO >>

RIPRODUZIONE VIETATA. SONO VIETATI ANCHE LA RIPRODUZIONE PARZIALE DI TITOLI, TESTI E FOTO ATTRAVERSO SISTEMI AUTOMATICI (CD AGGREGATORI) SU ALTRI SITI

Notizia interessante? Scrivi cosa ne pensi...

Scrivi qui la tua opinione
Il tuo nome o uno pseudonimo

notizie che hanno interessato i lettori

spot_img