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“Quella volta che volevo mettere a disposizione l’appartamento per l’emergenza abitativa a Venezia”. Lettere

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A proposito di mancanza di case nemmeno per emergenze abitative, tempo addietro avevo acquistato a Marghera un appartamento in una zona italianamente residenziale, molto tranquilla. Essendo appartamento libero e non fidandomi di molte richieste ricevute mancanti anche delle semplici garanzie concernenti il pagamento del canone, scrissi al Comune offrendo la mia proprietà in affitto.

Fui indirizzato all’Insula dove chiarii sin da subito che innanzitutto volevo avere rapporti solo con il Comune. Mettessero all’interno chi secondo loro aveva più diritto, bastavano garanzie circa eventuali danni, esclusa la normale usura, e pagamento certo dei canoni sino a che la proprietà non venisse restituita. Trattando con una istituzione, non pretendevo neanche nessun anticipo.

Dopo aver presentato domanda, mappa catastale e documenti vari, l’appartamento fu visionato da un ingegnere e un geometra.
Preciso che in quei momenti, già consolidati e poi rimasti tali ancora per due anni, il canone di libero mercato per il tipo di abitazione e zona come il mio, si aggirava dai 500 -550 €/mese, io chiedevo 400-450 € perché a me sembravano troppi e a seconda di chi si sarebbe presentato con delle normali garanzie, ( e qua potrei rappresentare un vario corollario di personaggi a volte scartati già a prima vista anche e se non altro, per il rispetto degli altri condomini).

Mi viene comunicato che il canone “imposto” dall’Insula era di 210€ mese “fatto bene”, che poi non ho capito cosa intendessero anche perché non avevo chiesto nessun favoritismo né tantomeno una maggior valutazione dell’immobile.

Chiesto, a quel punto solo per mera curiosità, come ci si saremmo regolati con i danni: nessuna risposta.

Successivamente ebbi un incontro con il presidente dell’Associazione Piccoli proprietari, di professione avvocato, il quale mi disse di aver perso solo tempo in quanto lui aveva avuto un’esperienza negativa al ritorno di un suo appartamento molto danneggiato per il quale non ha mai ricevuto nessun rimborso. Pertanto che sia il Comune a trovare le soluzioni usando i nostri soldi.

Per non parlare dell’Ater, con immobili sfitti, alcuni abusivamente occupati da finti poco abbienti e ridicolmente aiutati anche dal Comune stesso, (tanto basta una autocertificazione……), e con lo stesso sistema del piangere il morto per fregare il vivo. Assegnatari di questi benemeriti istituti a canoni ridicoli per arrivare poi ad appartamenti abitati fisicamente da una sola persona, magari in età, all’interno di un appartamento per un nucleo di 4-5 persone, però risultante con parenti residenti solo su carta, che con questo sistema si garantiscono o garantiscono agli eredi un appartamento a Venezia centro storico dagli Istituti restaurato e/o manutenzionato a basso canone d’affitto.

Uno dei molteplici esempi, tanto certe cose non cambiano mai, e se cambiano, cambiano in peggio: anni orsono conobbi un personaggio non veneziano, assegnatario di un appartamento di edilizia popolare a Mestre con moglie e due figli piccoli, che mi chiese se al Lido di Venezia poteva acquistare un appartamento più grande, (quello assegnato non era più sufficiente causa bimbi in crescita), avendo a disposizione una cifra, frutto del suo precedente lavoro, che si aggirava sui 200milioni di lire. Ritrovatolo dopo un po’ di tempo mi disse che l’Ente o il Comune, ora non ricordo, gli aveva assegnato un appartamento più grande, lasciandogli la cifra in tasca.

Ma dove vogliamo andare ??

lettera firmata

“Avevo tre appartamenti locati a prezzi onesti: era più quello che spendevo”. Lettere

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3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Il discorso è molto semplice: i furbi ci saranno sempre, e sono coloro che dichiarano il falso non mettendo tutte le carte sul tavolo riguardo ai redditi e ai beni posseduti. Ma la legge è giusta: ci sono dei criteri precisi per poter accedere a un alloggio di edilizia popolare, e il canone di affitto è calcolato principalmente sul reddito (sia esso da lavoro o da pensione) oltre che su una percentuale dei beni che il nucleo possiede (ovviamente non possono essere beni immobili), praticamente sull’ISEE. Se si ha un’ISEE bassa e si è in tanti, ovviamente il canone scende, se si ha una ISEE alta, e si è in pochi, sale. Non credo proprio che qualcuno finga di risiedere magari con l’anziano genitore, in funzione di un futuro contratto di affitto da ereditare, in quanto se si risiede si fa cumulo di reddito e l’affitto aumenta.

    • probabilmente lei vede queste cose da fuori, non ha la minima idea di quanti artifizi vengano messi in atto da “presunti poveri” che nella realtà dei fatti sono dei veri e propri parassiti sociali.

      • Invece ha ragione! La legge è giusta solo che non ci sono i controlli, mi sembra lapalissiano. Però è pieno di vigili a correrci per una qualsivoglia multa che poi servirà a ripagare gli addobbi natalizi o altre amenità. O se vogliamo vederla in altro modo… “Sta’ roba non porta voti!”…

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