Il cosiddetto ‘fairplay finanziario’ è quel meccanismo fortemente voluto da Platini e dall’Uefa che impone alle squadre di calcio di mangiare con quello che si produce, vieta, cioè, di spendere di più di quanto la società guadagna.
Una regola facilmente osservabile in tempi di austerity, ma che il Paris Saint Germain potrebbe aver barato.
Il Psg in giugno 2011 è stato rilevato dalla Qatar Investment Authority, ed ha dato carta bianca a Leonardo, strappandolo all’Inter, per affidargli l’incarico di direttore sportivo. Nel 2011 erano arrivati fra gli altri Sirigu, Ménez e Pastore, nel gennaio 2012, a metà campionato, ecco la scelta di Ancelotti come allenatore, con l’aggiunta di Thiago Motta. Poi a giugno gli acquisti di Lavezzi, Thiago Silva e Ibrahimovic e nel 2013, l’ultimo grande colpo di Leonardo, che poi si sarebbe dimesso: Cavani dal Napoli.
Ma da dove deriva tanta abbondanza?
Il Psg ha un contratto di sponsorizzazione con la Qatar Tourism Authority, società legata agli emiri proprietari della squadra. Il contratto porta nelle casse una cifra vicina ai 200 milioni all’anno.
L’Uefa è però convinta che si tratti di una cifra fuori mercato come sponsorizzazione e che serva a fornire nuovi capitali da investire sul mercato e sul fronte-ingaggi.
Conclusioni? Ci sarà un’indagine interna dell’organo di disciplina dell’Uefa che, in linea teorica, potrebbe portare all’esclusione del Psg dalle coppe europe, ma è un’ipotesi più che remota.
Come dimostrare, infatti, che si deve rifiutare un contratto di sponsorizzazione particolarmente vantaggioso per una squadra costruita per i più alti palcoscenici del calcio che porta enormi ritorni d’immagine?
Mattia Cagalli
[15/04/2014]
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