Sono almeno 10 mila le valigie di viaggiatori e vacanzieri che giacciono all’aeroporto romano di Fiumicino. Un monumento ad una storia tutta italiana, composto da un numero di bagagli enorme. E ad ogni bagaglio corrisponde un disagio, una persona che si trova in un altro luogo senza le sue cose.
Per la protesta di Fiumicino, come noto, le valigie restano a terra, i viaggiatori partono.
«Protesta a oltranza, finché dagli esuberi dell’accordo Alitalia – Etihad, non sarà cancellato il reparto piste»: dicono gli operai della compagnia tricolore.
La loro protesta va avanti da domenica e a Fiumicino ora è caos totale per quanto riguarda le valigie.
«Noi non vogliamo rovinare le vacanze alle persone ma siamo disperati», queste le frasi degli operai dell’handling di Alitalia, che gestiscono i bagagli anche per altre decine di compagnie aeree. Sono poco meno di 1600 i tagli tra il personale di terra, previsti dal «matrimonio» tra il vettore tricolore e quello arabo: oltre 200 esuberi riguarderanno proprio gli addetti di pista.
I facchini, gli addetti a movimentazione velivoli e scale, applicano alla lettera le disposizioni della legge 626 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: nastrini applicati con cura, spostamenti in pista a passo di lumaca, controlli minuziosi. Tutto nelle regole, tutto al rallentatore.
Risultato: anche ieri da Fiumicino partono voli con le stive vuote e ritardi, mentre i passeggeri in vacanza – per lo più inconsapevoli – si ritrovano nel paese di destinazione senza oggetti personali, bikini e medicine.
Le valigie abbandonate a se stesse sarebbero circa 10 mila, e, stando alla situazione, possono solo aumentare. Ora si è pensato di spostarle in un hangar sorvegliato da guardie giurate, ma se la situazione non si risolve lo spazio si esaurirà presto.
Redazione
[06/08/2014]
Riproduzione vietata