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Omicidio di San Geremia (Venezia) : fermato un veneziano

Delitto di questa notte a Venezia, San Geremia: a sparare un veneziano di 33 anni. Non ancora divulgate le sue generalità.

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Omicidio di San Geremia (Venezia) di questa notte: secondo informazioni apprese la vittima è un cittadino tunisino di 25 anni.
Il presunto assassino è un uomo di Venezia, un veneziano dell’età di 33 anni.
L’assassino è già stato identificato ed è stato sottoposto a fermo di polizia in quanto indiziato di delitto.

Le indagini sul fatto sono avviate da pochissime ore, pertanto non vengono resi noti dettagli sulla dinamica dell’omicidio.
Resta dunque da confermare il movente che ha portato il 33enne a sparare, movente che alcune voci – non confermate ufficialmente – attribuiscono al mondo della droga.

L’omicidio sarebbe avvenuto con un unico colpo sparato da arma da fuoco, con molta probabilità una pistola. L’arma non è stata ancora recuperata e si ritiene che possa essere stata gettata in canale del vicino Ponte delle Guglie.

Non ancora rese note le generalità della vittima e dello sparatore. L’omicidio è avvenuto attorno alla mezzanotte nell’area che dalla fine del Campo San Geremia va verso il Ponte delle Guglie.

Al momento, sulle indagini vige il massimo riserbo degli inquirenti. Un dato certo, scritto anche sui verbali, è che le forze dell’ordine sono state chiamate da residenti del posto in cui il colpo è riecheggiato con forza nel silenzio della notte a causa dell’effetto “rimbombo” della calle.

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  1. La scoperta dell’America e la circumnavigazione dell’Africa offrirono un nuovo terreno alla nascente borghesia. Il mercato delle Indie orientali e della Cina, la colonizzazione dell’America, lo scambio con le colonie, l’aumento dei mezzi di scambio e delle merci in generale, diedero un impulso prima di allora sconosciuto al commercio, alla navigazione, all’industria, e in pari tempo favorirono il rapido sviluppo dell’elemento rivoluzionario in seno alla società feudale che si andava sfasciando.
    Ma i mercati continuavano a crescere, e continuavano a crescere i bisogni. Anche la manifattura non bastava più. Ed ecco il vapore e le macchine rivoluzionare la produzione industriale. Alla manifattura subentrò la grande industria moderna; al medio ceto industriale succedettero gli industriali milionari, i capi di interi eserciti industriali, i moderni borghesi.
    La grande industria ha creato quel mercato mondiale che la scoperta dell’America aveva preparato. Il mercato mondiale ha dato un immenso sviluppo al commercio, alla navigazione, alle comunicazioni via terra. Questo sviluppo, a sua volta, ha reagito sull’espansione dell’industria; e in quella stessa misura in cui si sono andate estendendo l’industria, il commercio, la navigazione, le ferrovie, anche la borghesia si è sviluppata, ha aumentato i suoi capitali e sospinto nel retroscena tutte le classi, che erano un’eredità del medioevo.
    La borghesia ha avuto nella storia una funzione sommamente rivoluzionaria.
    Dove è giunta al potere, essa ha distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliache. Essa ha lacerato senza pietà i variopinti legami che nella società feudale avvincevano l’uomo ai suoi superiori naturali, e non ha lasciato tra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, lo spietato “pagamento in contanti”. Essa ha affogato nell’acqua gelida del calcolo egoistico i santi fremiti dell’esaltazione religiosa, dell’entusiasmo cavalleresco, della sentimentalità piccolo-borghese. Ha fatto della dignità personale un semplice valore di scambio; e in luogo delle innumerevoli franchigie faticosamente acquisite e patentate, ha posto la SOLA libertà di commercio priva di scrupoli. In una parola, al posto dello sfruttamento velato da illusioni religiose e politiche, ha messo lo sfruttamento aperto, senza pudori, diretto e arido.
    La borghesia ha spogliato della loro aureola tutte quelle attività che prima erano considerate degne di venerazione e di rispetto. Ha trasformato il medico, il giurista, il prete, il poeta, lo scienziato in suoi operai salariati.
    La borghesia ha strappato il velo di tenero sentimentalismo che avvolgeva i rapporti di famiglia, e li ha ridotti a un semplice rapporto di soldi.
    Il bisogno di sbocchi sempre più estesi per i suoi prodotti spinge la borghesia per tutto il globo terrestre. Dappertutto essa si deve ficcare, dappertutto stabilirsi, dappertutto stringere relazioni.
    Sfruttando il mercato mondiale la borghesia ha reso cosmopolita la produzione e il consumo di tutti i paesi.
    La borghesia ha assoggettato la campagna al dominio della città.
    Ha creato città enormi, ha grandemente accresciuto la popolazione urbana in confronto a quella rurale,
    Essa ha agglomerato la popolazione, ha centralizzato i mezzi di produzione e concentrato la proprietà in poche mani. Ne è risultata come conseguenza necessaria la centralizzazione politica. Province indipendenti, quasi appena collegate tra loro da vincoli federali, province con interessi, leggi, governi e dogane diversi, sono state strette in UNA SOLA nazione, con UN SOLO governo, UNA SOLA legge, UN SOLO interesse nazionale di classe, UN SOLO confine doganale.

    Karl Marx, Manifesto dei comunisti, 1848

    Prima di insultare usando il termine comunista… almeno cercare di sapere cosa vuol dire… Marx nel 1848 ha descritto il mondo di oggi. Più di 150 anni fa. Cosa c’è di male ?

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