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Priorità  è giungere al più presto all' attivazione della Città  Metropolitana

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A.B. Pietro Bortoluzzi Insegnante, Giornalista, Coordinatore PDL a Venezia, Consigliere Provinciale, ha un momento libero?

Le giornate, si sa, durano (e lo dico sorridendo) solo 24 ore, ma per fortuna la mente umana è in grado di elaborare più pensieri contemporaneamente. Ovviamente, ironia a parte, molti momenti liberi non sempre riesco a trovarli: ma quando appaiono, allora tendo a riempirli subito! In fondo sono una persona fortunata: difficilmente riesco ad annoiarmi. E poi, dopo tutto, gestisco abbastanza bene i miei impegni, avendo imparato (o quasi) a dir di no ed avendo coscienza abbastanza chiara delle priorità , anche se spesso debbo far ricorso alla nobile qualità  della pazienza ed alla necessaria (ed appresa col tempo) capacità  di sopportazione.
Non penso, però, che ai lettori possa interessare più di tanto come occupo il mio tempo: anche perché non vorrei passar facilmente per lo stolto ben dipinto da Seneca nel suo “De brevitate vitae”, quello tutto preso da mille occupazioni, che sbaglia a lamentarsi del breve tempo che gli è concesso dalla natura, proprio perché esso non è affatto breve; è il suo uso stupido che lo rende tale, visto che, se viene sprecato in una miriade di occupazioni futili o addirittura dannose, si trasforma in un ostacolo nel cammino verso la saggezza, saggezza che significa avere un corretto rapporto con il tempo, dato che il saggio sa che non deve proiettarsi continuamente nel futuro, inseguendo speranze vane e consumandosi in una continua attesa, e neppure rifugiarsi nel passato, perché significherebbe porre fuori di sé la ricerca dell'equilibrio e della libertà  interiore; al contrario, chi vuol raggiungere la saggezza dovrebbe sottrarsi alla frantumazione del tempo in una miriade di eventi e situazioni contingenti e mettersi a ricercare la sua unità  in un dominio del presente, che lo renda padrone del tempo.
Così per Seneca è il presente il vero tempo che viviamo e questo deve essere valorizzato e non sprecato: potrei mai io non concordare con il pensiero di uno dei più grandi scrittori del passato? Rigorosamente (ed ironicamente) no, dunque cerco di vivere intensamente il mio presente e di trasformarlo nel migliore possibile, anche perché è l’unico dato! Seppure debbo ammettere di essere fortemente affascinato dal ricordo del passato e dall’elaborazione del futuro, conscio anche del fatto che in fondo la saggezza non è dato poterla raggiungere mai: mi accontento, quindi, di conoscere quale sia la sua strada, prendendomi pure, però, qualche licenza di sosta o di deviazione…

A.B. Fuori dai denti… a me a scuola gli insegnanti chiedevano di votare a sinistra, come può vivere in questa scuola?

Proprio perché anch’io ho vissuto nella mia esperienza di scolaro il fastidio e l’oppressione del tentativo da parte di qualche “cattivo maestro” di utilizzare la cattedra come una tribuna politica, mi sono ripromesso, fin dal primo minuto della mia prima lezione, di non far mai subire a qualcun altro quel che io avevo subito. Non si tratta di destra o di sinistra; si tratta di correttezza e di serietà  professionale: per me la scuola deve essere un luogo puro, avulso dalle strumentalizzazioni politiche od ideologiche, nel quale ai ragazzi devono essere offerti gli strumenti per poter elaborare da soli le proprie posizioni; senza censure, senza imposizioni e senza ipocrisie.
E ciò dovrebbe valere anche in campo estetico… Purtroppo nella mia storia personale e professionale devo, ahimè, confessare di aver spesso incontrato nel mondo della cultura, dell’arte e dell’istruzione un forte pregiudizio ideologico, che a Venezia risulta ancora particolarmente radicato.

A.B. Riforma Gelmini, una tragedia, o una speranza?

Nessuna delle due. Anche perché si tratta dell’approdo di un percorso multipartisan, figlio di troppi padri e di troppe mediazioni, mancante di un grande respiro complessivo ed unitario, come quello che aveva avuto (nonostante alcuni limiti) negli anni Venti del secolo scorso la grande riforma scolastica di Gentile. Con il nome di Riforma Gelmini, invece, ci troveremo a chiudere un percorso di cambiamenti – a mio avviso non del tutto condivisibili – che affonda le sue radici nelle prime bozze dei tempi dell’ex ministro Luigi Berlinguer… Perciò stracciarsi le vesti ora, sia per criticare che per osannare, mi pare operazione del tutto ipocrita: nessuna tragedia, certamente; ma neanche troppe speranze.
Quel che però bisogna assolutamente ribadire è che – diversamente da quel che una propaganda volutamente disinformante e ben concertata continua a sostenere – la difesa della scuola pubblica non ha colori politici: anzi, direi che la Riforma Gelmini punta a salvaguardare e a potenziare la funzione pubblica dell’istruzione, in linea con quello che è il sentire degli elettori di centrodestra, che dallo Stato esigono efficienza e qualità .

A.B. Verso Nord, il nuovo movimento di “Inciucio” Veneto, Lei che ne dice?

Mi pare che fra “Verso Nord” nel Veneto e l’operazione “Futuro e Libertà ” ed Area di “responsabilità  nazionale” in Parlamento ci sia una matrice comune, cioè un modo sbagliato ed autoreferenziale di credere di dar risposta ai malumori generati dallo scollamento evidente fra politica e realtà  di tutti i giorni, quella della gente che vive fuori dai salotti e dai palazzi del potere, romani o veneziani che siano.
Difetto questo che mi pare attanagli tutta l’attuale classe dirigente politica nazionale, sia di destra che di sinistra, ormai distante sideralmente dal sentire e dalle urgenze del popolo. E di sicuro gli elettori non vogliono tornare alla politica dei riti e delle formule dei tempi della partitocrazia, ma neanche cadere nella attuale deriva gossippara e perennemente conflittuale. “Verso Nord”, in particolare, sembra proprio un’operazione realizzata in provetta: il tentativo di plastica di costruire in laboratorio un’anti-Lega, inciuciando un po’ di qua e un po’ di là , ma sempre rimanendo distanti anni luce dalla pancia e dal cuore della gente.

A.B. Venezia, Estuario, entroterra… sue priorità  per il Comune?

La priorità  è giungere al più presto alla definizione ed alla attivazione della Città  Metropolitana, che personalmente vedo costruibile attorno all’unità  fisica ed amministrativa della Laguna di Venezia: cosa che imporrà  l’accorpamento al suo interno dei comuni più piccoli e la divisione di quello ipertrofico di Venezia, per costituire i futuri Comuni Metropolitani.
La vera sfida è però rilanciare da subito, come collante forte, una venezianità  che sappia coniugare forte identità  e tradizione, grazie alle radici storiche uniche della storia dell’antica repubblica, a innovazione e capacità  strategica.
Una partita che deve essere giocata in contemporanea da diversi attori e su diversi territori, per portare ai quei clamorosi risultati che sono raggiungibili, ma che la fallimentare politica del centrosinistra veneziano ha negli ultimi vent’anni negato. Per vedere finalmente Venezia viva, bisogna ridarle il suo ruolo di capitale, riorganizzare i suoi accessi e regolamentarne i flussi, strutturare il turismo e l’economia, rilanciare la residenza, rimettere in funzione i gangli urbanistici, sociali ed economici fondamentali.
In un’ottica ampia e strategica c’è posto per la variegata valorizzazione e la specificazione delle diverse realtà  che costituiscono l’attuale Comune: dalla città  storica, all’estuario, all’entroterra. Ed i lavori del MoSE oggi offrono già  delle immediate possibilità  “collaterali” di sviluppo, che sarebbe miope e folle non voler sfruttare ed ottimizzare: si pensi solo al volano economico ed urbanistico che potrebbero creare i nuovi porticcioli e le darsene che si stanno costruendo; e si pianga sul clamorosamente mancato utilizzo ad uso viario pubblico (per collegare in modo nuovo Cavallino, Lido, Pellestrina e Chioggia) delle gallerie subacquee che si stanno realizzando per consentire la manutenzione delle paratoie alle bocche di porto, un’opportunità  negata ai cittadini da una amministrazione piatta e demagogica, da prendersi come uno degli esempi degli sprechi di possibilità  che Venezia ha pagato e sta pagando per non essere soggetto ed oggetto di una politica alta e strategica!

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