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Un Primo Maggio all’insegna della carenza di lavoratori

Primo Maggio all'insegna dell'emergenza lavoro. Il Paese è attanagliato da una "forza lavoro" che non risponde alle richieste del mondo dell'impiego. Lo scostamento più evidente è per le attività stagionali.

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Primo Maggio all’insegna dell’emergenza lavoro. La Confesercenti ha lanciato un appello in cui si lamenta come il 36% delle imprese abbia avuto difficoltà a reperire personale quest’anno. Una situazione preoccupante, visto che si avvicina la stagione estiva, per la quale saranno necessari fino a 100mila lavoratori in più. La confederazione ha presentato i dati di un sondaggio realizzato con SWG, che evidenzia come il problema di carenza di personale sia sempre più stringente.

Confesercenti si è rivolta al Governo, auspicando misure per affrontare il problema già con il decreto in arrivo: “Bisogna garantire maggiore flessibilità contrattuale e rafforzare le politiche attive e per la formazione”. La reintroduzione dei voucher e, in forma semplificata rispetto al passato, il job sharing sono alcune delle soluzioni proposte, insieme all’eliminazione del tetto di ore minime che molti Ccnl ancora impongono per il part-time.
Per quanto riguarda gli stagionali del turismo, Confesercenti sostiene la necessità di un decreto ad hoc, con misure come il credito d’imposta alle imprese per sostenere vitto e alloggio e favorire così la mobilità interregionale.

La carenza di personale nel commercio e nel turismo è causata anche dalla visione della stagionalità come precarietà (61% delle risposte), che scoraggia i giovani a intraprendere queste carriere. Inoltre, l’impegno nei giorni festivi e prefestivi (60%) e la convinzione che ci sia poca possibilità di crescita professionale ed economica nel settore (55%) sono ulteriori fattori che scoraggiano i candidati.

Il sondaggio evidenzia che quasi la metà (46%) delle imprese con problemi di personale indica la mancanza di candidati con una preparazione adeguata come l’ostacolo principale. Solo il 19% segnala di non aver assunto a causa della mancata intesa sui compensi. Per superare il problema, il 43% delle imprese ha fatto leva sull’offerta economica, sotto forma di incentivi (27%) o retribuzione maggiore rispetto al contratto nazionale di riferimento (16%). Il 19%, invece, si è rivolto ad un’agenzia di lavoro privata.

Nonostante queste soluzioni, il 31% delle imprese non è riuscito a trovare gli addetti necessari e si prepara a tagliare i servizi offerti ai clienti per far fronte alla carenza. La situazione è preoccupante e richiede l’intervento urgente del Governo per garantire il corretto funzionamento dei settori del commercio e del turismo, fondamentali per l’economia del nostro paese.

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3 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Io che il mondo del lavoro l’ho conosciuto in più settori, alle aziende non darei proprio nulla. Il piangere il morto per fregare il vivo deve finire. Tutte le aziende grandi o piccole, settore turismo e altro, hanno sempre avuto gli SGRAVI CONTRIBUTIVI PER VENEZIA e l’appoggio delle ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA mentre i lavoratori non hanno l’appoggio di nessuno, chi ha soldi comanda e gli altri o si adeguano o si arrangino. Siamo arrivati a vivere in un’Italia distrutta in tutti i sensi e gli imprenditori ne approfittano. Guardate nel web le offerte di lavoro e i requisiti richiesti, è una presa in giro, altro che scoraggiamento, mettono angoscia, vogliono tutto e subito senza dare il tempo necessario di inserirsi. Per non parlare dei corsi di formazione a cui devi per forza partecipare, senza garanzia di inserimento, corsi che non rispettano il percorso di studi intrapresi e che perciò non servono a nulla, anche perché un posto per tutti non esiste proprio. Senza polemica, sappiamo tutti che lo Stato italiano incentiva l’assunzione degli stranieri, basta con l’ipocrisia. Girate Venezia, Piazza San Marco e guardate chi sono i camerieri e lo staff interno di sala e cucina, ad in italiano non danno neppure un posto da lavapiatti. A Venezia pure gli imprenditori si stanno mangiando l’uno con l’altro, il pesce grande mangia il piccolo. Mancano i residenti, non si trovano fornai ed altri lavoratori che abbiano turni di lavoro pesanti, come medici, infermieri e forze dell’ordine. Di certo venire dalla terraferma è lasciarci la salute, altro che non avere voglia di lavorare. Le saracinesche continuano ad abbassarsi, tra non molto, mancando i residenti, certi generi di prima necessità deperibili mancheranno nei supermercati ed avranno un incremento dei prezzi già alti. In fin dei conti cosa si pretende se anche a Ca’ Farsetti mancano i veneziani? Oramai, gli abitanti mancano e sul ponte sventola bandiera bianca. Che strucon de cuor, fioi mii.

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